Le tendenze dell’attesa
Quanti modi ci sono per attendere qualcuno? O qualche cosa che non arriva. Che sembra essere a un passo da te, ma non la raggiungi. E non è una questione di sforzi o di obiettivi non ancora focalizzati. È proprio che non ci arriverai mai a quella cosa lì. Non come gli altri. Non come alcuni. Starai un certo tempo ad aspettare, come le donne nei quadri di Hopper. Immobili, con lo sguardo in avanti ad osservare il nulla. Eppure nell’attesa c’è qualcosa di magico, di prezioso. È il tempo che si ferma di diritto, perché non è vero che non fai nulla. Non è come l’ozio. Ti fermi perché aspetti e aspettare è pur sempre un’azione.
Le tendenze dell’attesa, in un bar
In una piazza c’è sempre una donna che guarda l’orologio. Attendeva l’ispirazione Simone de Beauvoir, seduta al Cafè Flore. Aspettava gli uomini della Resistenza, Dina Croce la partigiana che portava cibo e messaggi in bicicletta. Era in attesa dell’amore Anais Nin quando conobbe Henry Miller, quel giorno a colazione con Richard Osborn. Ma se nessuno si siede a farti compagnia sappi che ti puoi alzare e camminare altrove. In una strada diversa, nella direzione che preferisci. Non sarà tempo perso, ma tempo ritrovato.
Photos by Alice Rainone
Graphics by Matilde Govoni
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