Terme di Baia
Gli antichi romani la chiamavano Baiae. Citata per la prima volta, nel III secolo a.C., dal poeta Licofrone che vi colloca la tomba di Bajos, il nocchiero di Ulisse, tra il II e il III secolo d.C. questa terra divenne una delle mete preferite dei nobili romani. Il clima favorevole e la bellezza dei paesaggi favorirono la costruzione di numerose ville abitate da patrizi quali Publio Cornelio Dolabella e Crasso, che desideravano allontanarsi dalla routine cittadina. In particolare, la fama di Baia era legata soprattutto alle sue acque termali, ricercate per il riposo e la cura delle malattie.
Oggi, il parco archeologico delle terme si estende su una superficie di 40.000 metri quadrati ed è composto da diversi livelli di terrazzamento collegati da rampe e gradoni. L’area termale comprende quattro sezioni: villa dell’Ambulatio, settore della Sosandra, settore di Venere e terme di Mercurio.
La prima villa si articolava su sei terrazze. L’ultima, la più estesa, fungeva probabilmente da giardino ed era originariamente circondata da un peristilio. Il quarto e il quinto livello ospitavano il quartiere domestico con il soggiorno e le stanze da letto situate ai lati di una grande sala centrale che dava sul panorama. La seconda terrazza fungeva da portico coperto, l’“ambulatio” appunto ed era divisa da una serie di pilastri in due navate. Si riconoscono ancora una sala absidata, un peristilio e un ambiente rettangolare disposto sullo stesso asse centrale dell’esedra inferiore. Originariamente il complesso presentava pavimenti in marmo o a mosaico bianco e nero.
Settore di Sosandra
Il settore della Sosandra, in cui sono state individuate quattro fasi edilizie, era composto invece da quattro livelli. Il più alto comprendeva gli ambienti di servizio, mentre quello inferiore ospitava triclini, sale da giorno e un locale per saune chiamato dai romani “laconium”. Quest’ultima sala era decorata a stucco ed era preceduta da un portico a colonne e affacciava sul golfo. La sala più grande della Sosandra accoglieva la statua in marmo dell’Aspania che dà appunto il nome al settore poiché era nota come Afrodite Sosandra.
Afrodite Sosandra
Il settore di Venere deve il suo nome a degli studiosi del 1700 che chiamarono “Stanze di Venere” alcuni di questi locali caratterizzati da raffinati decorazioni sulle volte. Questa sezione comprendeva due grandi sale termali. Il Tempio di Venere, a pianta ottagonale all’esterno, circolare all’interno, coperta da una cupola a sedici spicchi e risalente all’epoca adrianea, e quella detta Tempio di Diana, coperta da una cupola a ogiva, oggi crollata per metà, e riferibile all’età severiana. Originariamente quest’ultima struttura raccoglieva i vapori provenienti dal terreno ed era decorata con fregi che raffiguravano scene di caccia.
Tempio di Mercurio
Le terme di Mercurio sono caratterizzate dalla presenza del grandioso “frigidarium”, un ambiente adibito un tempo a bagni freddi, a pianta centrale con cupola. Questa struttura conosciuta da alcuni napoletani con il nome Tempio dell’Eco, per l’effetto acustico prodotto all’interno della volte, comprendeva anche un “apodyterium”, l’odierno spogliatoio e un “laconium”, ricavato nel fianco della collina.
Attualmente questo splendido complesso ha perso la sua originaria unità perché interrotto da costruzioni moderne quali la strada provinciale a est e la ferrovia Cumana a nord.
Fonti: Giulia Cantabene, “Beni culturali”, Guida, Napoli, 2006; Guida Touring, “L’Italia antica”, Touring Club Italiano, Milano, 2002
Accesso al Parco archeologico di Baia: Via Sella di Baia 22, Bacoli
Orari: 9.00 – un’ora prima del tramonto
Chiusura settimanale: lunedì
Per informazioni e prenotazioni: 081 8687592 o email [email protected]