Certo, c'è chi potrebbe dire che quelle stanno lì, ferme, a costo basso (si fa per dire) rispetto al progetto della costruzione di nuovi reattori. In più, quelli sono doveri sovra-nazionali, è la NATO, che le vuole là: o meglio gli USA. O ancora meglio, siamo costretti a tenerle, come "ringraziamento" per la Reassurance, l'impegno che gli States presero, per difendere l'Europa Occidentale, dai pericoli del Patto di Varsavia.
Insomma, c'è chi sostiene che quelle sono tutt'altra roba, rispetto ai rischi d'inquinamento delle centrali, che abbiamo scacciato con il referendum.Potrebbe anche essere vero, ma al complimese della nostra scelta referendaria, non ci sentiamo un po' ipocriti, a non lamentarci di certe cose? Se vi state chiedendo, perchè dovremmo essere ipocriti, oppure, perché dovremmo sapere di queste "situazioni italiane", elenchiamo le risposte (multiple):
- L'Italia ripudia la guerra....(art 11 della nostra amata e chiacchierata Costituzione)- Le bombe B61, possono fare tanti danni: diciamo produrre un disastro nucleare
- Il nostro Governo, non ha preso una posizione chiara, sul disarmo e sugli impegni del Trattato di Non-Proliferazione Nucleare (TNP) (argomento sollevato dal tedesco Westerwelle, sul quale noi abbiamo fatto gli indiani).
dal basso viene meglio
Le bombe B61, hanno un potenziale compreso tra circa 1 e 170 kiloton: Hiroshima fu colpita da bombe 13-18 kiloton. Sono testate gravitazionali, cioè possono innescarsi, soltanto se sganciate da aeri a doppia capacità (convenzionale/nucleare). Sono ormai l'ultimo rudere, simbolico, di quel pezzo di storia dell'Alleanza Atlantica (che possiamo chiamare Guerra Fredda), sono pressoché inimpiegabili dal punto di vista militare, perché obsolete. Inoltre, il problema, deriverebbe anche dai sistemi d'impiego (F16 e Tornado), ormai prossimi al ritiro, che dovrebbero essere sostituiti dagli F35 (USA) per la funzione di doppia capacità. Gli stati ospitanti le bombe, dovrebbe anche a questo punto, assumersi l'onere, economico, dell'acquisto dei velivoli. Con quali soldi lo faremmo noi? Dal Pentagono, hanno stimato che ciascun F35, ha un costo intorno ai 133milioni di euro: secondo un accordo internazionale, l'Italia dovrebbe comprare 131 F35/JFS. Costo complessivo dell'operazione, intorno ai 17miliardi di euro: un terzo della Manovra Fiscale pulp (nel senso di "sangue e merda", come diceva Tomas Prostata) che si approverà in questa settimana (!?!).Giunti a questo punto, quindi, le B61, sono ormai uno strumento per "fare a chi ce l'ha più lungo" (il missile, è chiaro. ndEm), per avere più prestigio internazionale, assolutamente vano (o almeno così dovrebbe essere nel 2011...), visto anche le difficoltà d'impiego in un eventuale conflitto (!?!).
Detto ciò, noi siamo alle solite. Non prendiamo decisioni, sia perché ci piace averci questi oggettini, diciamo che possono essere una sorta di "prolungamento del pene" per i nostri politici; sia perché siamo dei deboli, succubi, cortigiani. Abbiamo, infatti paura, che liberandoci di queste testate, la nostra visibilità e la nostra considerazione all'interno della NATO, subisca un de-ranking.
Ma intanto c'è l'ipocrisia della firma del TNP, del 1975: noi siamo impegnati per il disarmo nucleare, ma siamo paese ospitante di ordigni atomici. I nostri Governi, hanno promesso di osservare i patti, ma nei fatti concreti non si sono mossi, restando nella discutibile posizione del piede in due staffe.
Se non è ipocrisia questa, trovate voi un sinonimo...diciamo ITALIANITA'?!
Dall'articolo di Affari Internazionali:
Il governo italiano, preoccupato per le spaccature interne alla Nato, ha scelto di non schierarsi apertamente, rimanendo in una posizione di fondamentale ambiguità. Sarebbe dunque necessario fare chiarezza quanto prima, e dimostrare che l’Italia è in grado di contribuire positivamente al dibattito in corso, nonché di assumere un ruolo attivo nel campo del disarmo globale e prendere seriamente gli impegni assunti in base al Trattato di non-proliferazione nucleare (Tnp).Si, va béh! Aspetta e spera...