stamani mi sono presa ferie d’imperio. troppo azzurro il cielo e troppe poche cose da fare al lavoro. il capo è stato generoso.
domani vado a Dresda, per ferragosto, “per il fresco” come si suol dire. sarà bello, ne sono certa.
ma stamani ero tutta per me, potevo fare quello che volevo, potevo andare dove volevo e così ho fatto quello che avevo voglia di fare veramente. me ne sono andata a spasso, lentamente, per la città.
la mia città è bellissima, specialmente col cielo azzurro, grazie tante direte voi, col cielo azzurro è bello anche monfalcone…
non importa, oggi il cielo è così, c’è il vento fresco e il sole brilla. e mi sento bene.
e lucca pullula di francesi dai polpacci grossi, gatti serenamente randagi e vecchie dalle gambe d’albero.
le vecchie dalle gambe d’albero sono le mie preferite, anche i gatti mi piacciono, ma le vecchie di più.
le vecchie dalle gambe d’albero hanno la vestaglia a fiori, i capelli di zucchero filato pettinati all’indietro, le ciabatte e le gambe cilindriche, con le vene tortuose, larghe al ginocchio quanto alla caviglia.
le vecchie dalle gambe d’albero a volte siedono a chiacchierare sotto all’arancio della corte dove vivo, altre volte scappano dentro ai portoni con in mano le buste della spesa: mi piace immaginare la lista della spesa di una vecchia con le gambe d’albero:
-karkadé
-tamarindo
-pasticche per la dentiera
-carbolina
-varichina
-una bottiglia di gin, perchè le vecchie con le gambe d’albero sono anche un po’ pirata.
sembrano di carta, le vecchie di lucca, capre di cellulosa occhialute e ossute.
ogni tanto mi vorrei fermare con qualcuna di loro a chiacchierare anche io sotto l’arancio.
chissà.