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le vetrine di vienna

Da Foscasensi @foscasensi
ci siamo alzati presto, nella hall abbiamo preso panini di sesamo e un caffè che sapeva di sciacquone. fuori l'acqua era ghiacciata e luminosa sulle punte dei rami degli alberi. abbiamo trovato i binari coperti di neve e separati inspiegabilmente gli uni dagli altri da una rete di metallo, dalla sala d'aspetto è uscito un uomo anziano in giacca nera, ha detto qualcosa, ho risposto con l'unica frase che so, e cioè ich sprache nicht deutsch, non parlo tedesco, mi ha chiesto in inglese dove si trovasse, rispondo nella stazione di klosterneuburg a dieci km forse anche meno da vienna. e con la mano indico una traiettoria nell'aria, appresa dalle carte che porto in tasca, lungo il danubio grigio e ghicciato che va dritta a karlplatz per vedere nel nostro caso vienna al capodanno, nel caso dell'uomo vesitito leggero per caracollare a casa dopo una sbronza colossale di san silvestro.
siamo qua per vedere le strade le case, appunto, camminiamo nei dintorni di stephandom, facciamo ridere i passanti per i piumini il berretto con sopra il cappuccio la sciarpa e i guanti. i ragazzi più giovani ci guardano alcuni con la giacca sbottonata scuotono la testa come per dire i soliti turisti. a me personalmente cola il naso e se potessi imbottirei anche i pantaloni.
non so quante migliaia di persone abbiano fatto baldoria il giorno prima, la notte di san silvestro. quante siano non importa perché non c'è più traccia. le tazze di punsch odorosi il chiasso e l'aria speziata, i chioschi di legno la gente improvvisamente ebbra e di tutte le nazionalità, improvvisamente avviticciate, i corpi che ammaccano si premono e pogano gli uni sugli altri, il fiato alcolico le urla gli scippi, l'aria gioiosa
e folle, alle dieci e mezza è già pulito già tutto sa di pietra e detersivo, le strade di nuovo hanno trovato il respiro ampio il piglio imperiale, con l'unica cosa diversa della gente adesso per strada, stanca, lo si vede, ma calma e ben vestita.
(continua)

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