Dal sito Kila, una sintesi del rapporto 2009 di Telefono Rosa, che presenta ogni anno un’accurata analisi del fenomeno della violenza sulle donne
, in base ai dati raccolti nel corso della sua attività.
“”Il Rapporto Le voci segrete della violenza 2009, illustrato nei giorni scorsi a Roma, offre un quadro esaustivo dei suoi tratti distintivi, che si possono così riassumere: tendenza all’aumento delle denunce, che indica una maggiore capacità delle vittime di riconoscere la violenza subita e di reagire, frutto anche delle campagne di sensibilizzazione e dei nuovi strumenti normativi come la legge sullo stalking; carattere sempre più sommerso e domestico della violenza, che nell’80% dei casi è compiuta all’interno di una relazione sentimentale; connotazione sempre più interclassista del fenomeno, diffuso in tutte le condizioni sociali e culturali anche se con una condizione di particolare vulnerabilità delle straniere e delle madri con figli minorenni.
I dati sono raccolti attraverso le schede relative alle utenti dell’associazione, un campione di 1782 casi, di cui 1503 di nazionalità italiana e 278 straniere.
Nel corso dell’ultimo anno le denunce sono cresciute del 5% rispetto al 2008; la stessa percentuale di aumento è già stata raggiunta nei soli primi sei mesi del 2010.
Nel caso delle italiane, le vittime di violenza si concentrano nella fascia di età tra i 35 e i 54 anni e un numero consistente anche nella fascia più adulta mentre nel caso delle straniere il 67% delle violenze si è consumato su donne tra i 25 e i 44 anni.
Come negli anni passati anche nel 2009, si conferma una grande presenza di vittime in possesso di titoli di studio medio-alti: solo il 29% ha un basso livello di scolarizzazione, mentre è in lieve aumento il numero delle laureate. Guardando alle informazioni sulla professione delle vittime, in cima alla classifica, ci sono le impiegate (21%), in particolare le italiane, seguite dalle casalinghe, mentre tra le straniere il 30% sono colf e badanti. Si conferma dunque che la violenza attraversa indistintamente tutti i gruppi sociali.
Tuttavia vi sono alcune caratteristiche prevalenti che riguardano lo stato civile e soprattutto l’autonomia economica delle vittime, e che sembrano influenzare soprattutto la possibilità di ribellione. Circa metà delle vittime sono sposate, e il 40% non gode di indipendenza lavorativa; tra queste il 32% ha lasciato il lavoro dopo il matrimonio, per seguire i figli oppure occuparsi della famiglia. Il 79% delle donne che si sono rivolte spontaneamente a Telefono Rosa dichiara di avere figli che, nel 66% dei casi, non hanno raggiunto la maggiore età.
Il 61% delle volte la violenza è invisibile, cioè si consuma all’interno delle mura domestiche. Quattro casi su cinque avvengono all’interno di una relazione sentimentale mentre solo 1 su 100 è opera di sconosciuti; nell’ultimo anno la percentuale di mariti e partner è diminuita dal 64 al 55%, mentre sono aumentate le aggressioni da parte degli ex (dal 18% al 25%).
La violenza subita è principalmente di tipo psicologico (31%) seguita con una certa distanza da quella fisica (23%) che però prevale tra le straniere.
Tra le tipologie descritte, troviamo ricatti, insulti e minacce (44%), aggressione fisica, anche con corpi contundenti (26%), ricatti economici (13%) e abusi sessuali (7%). Nel 78% dei casi la violenza è ripetuta o abituale. Il 13% delle vittime ha subito per un periodo compreso tra i 10 e i 20 anni, l’11% per oltre 20 anni. Solo il 24% di loro ha trovato la forza di reagire alle violenze.
Tuttavia sempre di più le donne che riescono a lasciare i luoghi della violenza e di allontanarsi dai loro carnefici. Tra le donne che dichiarano di aver cercato soluzioni, il 18% si è rivolto alle forze dell’ordine, il 12% si è rivolto a un avvocato. Le percentuali sono molto più basse tra le migranti.
L’associazione segnala inoltre un preoccupante 12% di vittime che dichiara di restare con il proprio persecutore per un sentimento di amore.
Dal rapporto emerge pure che la metà delle violenze subite e denunciate dalle donne nel 2009 rientra nel reato di stalking (+4% in un anno).
Chi ha subito atti persecutori è stata minacciata (53%), insultata verbalmente (22%), pedinata (14%) e ha ricevuto telefonate o messaggi continuati (15%), ha subito appostamenti (15%) e danni ad auto o motorino (6%).Proprio l’entrata in vigore, il 23 aprile 2009, del reato di atti persecutori, potrebbe aver favorito la presa di coscienza e la capacità di reazione, al di là del numero ancora molto basso delle denunce penali. Tuttavia, Gabriella Moscatelli, presidente di Telefono Rosa, ha ricordato che”se l’iter amministrativo e penale è troppo lento, le denunce rischiano di non riuscire affatto a proteggere le donne” e che è fondamentale affiancare alle sanzioni un’efficace applicazione di misure cautelari restrittive che impediscono al persecutore di reiterare le molestie.”" e qui si ritorna bruscamente a Valutazione di rilevanza sociale e strumenti di tutela ….
L’unica cosa che mi ha sempre dato da pensare è quel “solo il 29% ha un basso livello di scolarizzazione“, è quel dato che “manca” ma che dice molto.
Ma voi, che potete “versare” (!), a chi lo destinate il 5 x mille?






