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Lecce-Bari, quando in campo vince il compromesso

Creato il 05 gennaio 2011 da Lalternativa

Prima chiuse, poi socchiuse, poi riaperte e infine spalancate. La questione “porte” dello stadio di Via del mare per il derby Lecce – Bari ha vissuto la solita triste, patetica, deprimente e contradditoria commedia all’italiana. Con un finale già scritto: il compromesso.

Una vicenda che prende le mosse da luglio, quando vennero stilati i calendari e il computer formattato in modo da non sorteggiare derby nei turni infrasettimanali. Tra minacce di scioperi e inviolabili ferie natalizie dei calciatori, però, il derby pugliese si giocherà all’Epifania, che cade di giovedì. Del vincolo di inizio anno – indicato per questioni di sicurezza – solo un opaco ricordo.

Con questa premessa, verrebbe da chiedersi: E allora di cosa stiamo parlando?

In tanti, inascoltati, se lo chiedevano anche qualche mese fa, quando venne introdotta la “tessera del tifoso”. Per chi non è abituale frequentatore degli stadi, consiste in una card (come una normale prepagata) il cui possesso è fondamentale per accedere a determinate partite ritenute a rischio e per acquistare l’abbonamento per le gare casalinghe. Chi non ce l’ha resta a casa. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni la definisce la terapia per allontanare i violenti dagli stadi, in realtà – ma in pochi osano dirlo – non è nient’altro che la “sconfitta dello Stato”. Io, ministro, vieto incondizionatamente l’accesso allo stadio a chi è sprovvisto di tessera, perché non sono capace e sicuro di garantirne l’incolumità pubblica. Se i tesserati diminuiscono, invece, si ridimensiona anche il numero di sostenitori allo stadio e io, ministro, attraverso i miei uomini posso controllare meglio la zona ed evitare gli incidenti.

Un discorso che, al di là della temuta schedatura di tanti gruppi ultras, non ha impedito a gran parte dell’opinione pubblica e indirettamente a tante persone informate superficialmente, di cascare nel tranello comunicativo della sfida buoni contro cattivi: “se la tessera serve ad allontanare i violenti è giusto che ci sia”.

E qui si ripropone il “Ma di cosa stiamo parlando?”.

Stiamo parlando di stadi con tornelli e biglietto nominale ma senza videosorveglianza e con curve senza posti a sedere numerati: perciò come faccio a controllare se Tizio, che dovrebbe essere entrato con il documento di Tizio, è seduto davvero al posto dove  dovrebbe stare Tizio?

Oppure stiamo parlando di una direttiva che in alcuni casi vieta ai tifosi in trasferta di andare nel settore ospiti, ma di poter acquistare tagliandi per altri. Forse non lo sapete, ma in gradinata a Lecce nella gara contro il Brescia, diverse famiglie salentine sono state costrette a spostarsi dal loro posto per non incorrere in scontri con i bresciani sistemati accanto a loro senza alcuna separazione. Non vi fidate?  http://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=23516

Ecco di cosa stiamo parlando e ce ne sarebbero altri mille di motivi per contestare la tessera. Ora si è svegliata anche la Codacons, che ritenendola solo un business ha promesso battaglia. Vedremo. Intanto il finale sul derby era scontato: Maroni che in prima persona si attiva per evitare una evidente sconfitta del modello tessera: accesso garantito, ma la sfida, caro ministro, è già persa da tempo.
Buon derby a tutti.

Fulvio Di Giuseppe


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