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(L)égalitè, Fraternitè, Mafiositè.

Da Fishcanfly @marcodecave

Se ti amo? Dipende. Se è stato bello? Dipende. Se mi voglio? Dipende. Se ancora sogno? Dipende. Ci vediamo? Cosa fai stasera? Te ne vai ad Ibiza? Dipende. Hai un amante? Dipende. Se fosse stato? Dipende. Se sono stato? Dipende. Se voterò? Se avrò fiducia? Dipende. Se comprerò? Dipende. Se sarò comprato? Dipende. Emarginato? Sottopagato? Fuori orario? In nero? Dipende. Chi ho pregato? Dipende. Sparerò? Sarò a favore? Dipende. Se avrò chiodi? Dipende. Sarò croce? Dipende. Sarò testa?

 

Dipende: dalla tua.

 

E tu, amore: dipendi?

 

(L)égalitè, Fraternitè, Mafiositè.

 

Tutti. Siamo tutti dipendenti. Chissà se tutti saremo prima o poi dei dipendenti pubblici. Nei carceri interiori ci iniettiamo in vena dosi di abbonamenti ad una vita immacolata mandata in onda in prima giornata. Abbiamo scambiato l’eroina con l’eroicità, siamo tutti intenti a salvare: salviamo il lavoro, salviamo il governo, salviamo l’Italia, salviamo la vulva amazzonica, salviamo le balene a pois.

 

Quand’è che salveremo l’uomo dall’uomo. Quand’è che salveremo noi stessi dall’idea di essere eterni. In verità vi dico: no. In verità non si dovrebbe dire, si dovrebbe agire. Ma siamo tutti illegali, i nostri pensieri sono illegali, la nostra nascita non decisa è illegale e quindi omertosa come la bussolletta passata nei banchi la domenica.

 

E allora legalizziamoci: legalizziamo i telecomandi che non cambiano canale. Legalizziamo le fotografie ancora da scattare, quelle che al posto di dire “sorridete” dicono “siete realmente felici?”. Legalizziamo i preti che a costo di non toccare un bambino si masturbano sulla madonna. Legalizziamo il suicidio, quello pensato, quello assistito, quello partorito. Legalizziamo l’ora che è tutto meno che legale. Legalizziamo i disoccupati che entrano in crisi perché improvvisamente si ritrovano a pensare troppo a se stessi. Legalizziamo le cravatte, quelle sgualcite e utilizzate dalle mistress. Legalizziamo gli studenti, quelli che giocano al catenaccio con la cultura. Legalizziamo i manganelli, se utilizzati per scacciare via i brutti pensieri. Legalizziamo gli immigrati se le persone che poi li vorrebbero fuori hanno appesa all’ingresso la targa “mi casa es tu casa”. Legalizziamo le puttane e i pompini che danno sollievo, solo se non fatti sotto il banco della camera del Senato. Legalizziamo le persone che per guadagnarsi la vita, la perdono. Legalizziamo la voce sensuale delle centraliniste telefoniche. Legalizziamo la marijuana, per poter dire che l’erba del vicino non è sempre la più verde. Legalizziamo le droghe, se i grammi di stupidità continuano ad arrivare dall’alto. Legalizziamo i Mafiosi.

 

Mafiosi sono i vigili urbani che parcheggiano sulle strisce blu senza pagare il parcheggio. Mafiose sono le facoltà a numero chiuso che di chiuso hanno solo il bilancio in attivo. Mafiosi sono quei medici che nel duemila fanno ancora morire le donne per parto. Mafiosi sono i carabinieri perché sono il braccio di uno Stato cieco quando picchiano gli ideali di un diciottenne. Mafiosi sono gli stadi e gli inni razzisti. Mafiosa è la volgarità. Mafiosa è la presa per il culo. Mafioso è l’amore, che fa di tutto per ottenere di tutto. Mafiose sono le ex, e i ricordi in offerta tre per due. Mafiosi sono gli artisti che ci spiattellano le loro ansie da prestazione. Mafioso è questo testo. Mafiose sono le madri che piangono i figli morti in missioni di pace: “signora, mi spiega perché Gino Strada non ha bisogno di nessuna missione per fare la pace?”

 

Mafioso è il ddt. Mafiosa è la cassa integrazione. Mafiosi sono i fazzoletti “tempo”. Mafioso è il latte ad un euro e cinquanta. Mafioso è chi avvelena i cani perché abbaiano troppo, che è come soffocare un bambino perché piange troppo. Mafioso è chi resta uguale, chi ha timore di scelte nuove. Mafioso è chi applaudirà a queste parole senza averne capito il concetto.

 

 

La mafia è come il banco se giochi a poker vince sempre.

 

La mafia è come il banco se giochi a poker vince sempre.

 

La mafia è come il banco se giochi a poker vince sempre.

 

La mafia non è il banco se ti ribelli ne esci salvo.



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