Pochi giorni fa si è consumato a Roma l’ennesimo episodio di violenza contro i gay; un giovane è stato aggredito da un gruppo di ragazzi che lo hanno preso di mira lanciandogli uova e addirittura frammenti di vetro.
Repubblica riporta così l’accaduto:
L’aggressione avvenuta in via dei Fori Imperiali ha visto per protagonista un 22enne che, uscito da un locale della vicina Gay Street, era diretto verso la fermata dell’autobus notturno per tornare a casa, nella zona di Centocelle. Erano le due di notte, il ragazzo indossava una t-shirt e dei pantaloncini molto aderenti. Forse per questo motivo (o magari perché era stato seguito da via San Giovanni in Laterano, la strada dei locali Glbt) è stato notato da un gruppo di ragazzi tra i 18 e i 20 anni, che gli si sono affiancati con l’auto….
La sottolineatura sull’abbigliamento del giovane mi innervosisce, non pensate anche voi che il giornalista Marco Pasqua avrebbe potuto evitare di menzionare questo dettaglio?
Tra l’altro, il calcare la mano sull’abbigliamento mi fa ripensare al ridicolo vademecum diffuso da Alemanno. La città non è sicura? La violenza cresce esponenzialmente? Quale la vostra riflessione? La sua, quella del sindaco, è di consigliarci di vestirci in modo castigato (penso che questo prezioso consiglio a questo punto possa valere anche per i nostri amici gay). Ma “perle di saggezza” dispensate come una soluzione alla violenza sulle donne ridicolizzano un problema molto grave, come già sottolineato da Mary nel suo post . Di occuparsi di educazione alla non violenza non se ne parla nemmeno? No, si istruiscono le vittime a vestirsi meglio, non gli aggressori a non aggredire!
Riguardo all’aggressione avvenuta domenica sera, ho profondamente apprezzato le riflessioni del blog metilparaben . Sono assolutamente d’accordo, la responsabilità storica dell’ inadempienza politica rispetto ai temi dei diritti dei gay rischia di divenire uno dei più gravi segni dell’involuzione di un’intera nazione che non guarda al futuro. Fino a che i diritti dei gay non verrano seriamente e apertamente presi a cuore dalla politica, sarà quasi impossibile porre un freno a simili episodi.
Credo siamo in molti i cittadini affaticati perché costretti a confrontarsi con l’ipocrisia e l’ignavia di una classe politica incapace di slegarsi dal timore di perdere qualche voto. I diritti non si vendono in cambio di qualche fetta di elettorato. I diritti non sono negoziabili e vorrei fermamente che chi ci rappresenta lottasse in questa direzione senza più perdere tempo.
A meno che l’Italia non desideri vivere ancora a lungo in un reiterato Medioevo. Per citare solo un esempio: mentre Klaus Wowereit esercita la sua funzione di sindaco di Berlino dal 2006, essendo gay dichiarato eletto anche grazie al suo motto “Ich bin schwul und das ist auch gut so!” (Sono omosessuale, e va bene anche così!) nella capitale italiana ci ritroviamo con Alemanno. Proprio settimana scorsa, in un mio post vi avevo mostrato la foto di un cartellone anti-omofobia nelle università, diffuso a Parigi (altra capitale con sindaco gay dichiarato, Bertrand Delanoë). A proposito, mi era sfuggito che la stessa campagna avesse anche una versione al femminile, come vedete qui accanto.
Curioso poi nella condanna all’omosessualità manifestata attraverso continue offensive battute e illazioni, (meglio le belle ragazze che gay, una fra le tante) che il nostro Premier si diverta eccitandosi guardando spettacolini lesbo e baci saffici ( lo so, saffico è un aggettivo con un significato preciso, ma se penso a Saffo e alla profondità dei suoi versi non mi riesce di capire quale sfumatura della sua sensibilità e arte possa mai essere connessa a Nicole Minetti e ai bunga bunga).
Ma, in tutto questo, i politici, (per non dire anche i media) perché non se ne occupano?
Il silenzio sul tema dell’omofobia è gravissimo. In questi giorni sui giornali quasi nessuno ne parla, ma ieri c’è stato un sit in davanti a Montecitorio a cui hanno partecipato cittadini e svariate Associazioni LGBT, PD, IDV, Sel, FLI. Proprio oggi dovrebbe essere votata e approvata la legge contro l’Omofobia promossa dall’onorevole Anna Paola Concia, ovviamente fra i promotori anche della manifestazione di ieri. La stessa Anna Paola Concia, oggetto lei stessa pochi mesi fa di ingiurie discriminanti.
Ma allora, a partire anche dal dare rilievo e giusta importanza a questa necessaria legge che speriamo venga approvata, mi chiedo quando verranno riconosciuti i diritti dei gay? E’ da lì che bisogna ripartire per frenare l’omofobia!
Penso a questo ragazzo di 22 anni, aggredito domenica sera; penso alla sua paura di denunciare gli aggressori sia per timore di ritorsioni, sia perché non dichiaratosi come gay ai suoi familiari.
Ecco, non credo che uno stato che se ne frega di lui, della sua sicurezza e del suo futuro possa aiutarlo a crescere tranquillo in una nazione che, al contrario, manifesta segnali sempre più forti di inciviltà. Inciviltà alimentata in egual misura, secondo la mia opinione personale, da dialettiche politiche improbabili come quelle del cielodurismo bossiano, dal machismo avvilente di un premier mosso da appetiti sessuali incontenibili e, anche e soprattutto, dal silenzio e dall’ignavia di chi, pur facendo politica, non sa decidere da che parte stare.