Matteo Renzi insiste sulla riforma delle legge elettorale. Il sindaco di Firenze e nuovo segretario del Pd continua a battere il tasto della legge elettorale, alzando la pressione sul governo Letta e sugli alleati per giungere presto ad un’intesa di massima. Renzi non vorrebbe che la modifica della legge elettorale riguardasse necessariamente “i partiti della coalizione”, ma che si riuscisse a trovare un accordo con “il più ampio schieramenti possibile, perché sono le regole del gioco”. Regole del gioco che vedono molti competitors e molte idee diverse messe in campo.
Se il sindaco di Firenze è netto sui principi della nuova legge elettorale, che dovrà essere, nelle sue intenzione, quanto di più vicino possibile a quella “legge elettorale dei sindaci” che garantisce un vincitore sicuro al termine delle operazioni di spoglio, gli altri partiti nicchiano o prendono posizioni per cercare di sbilanciare un possibile accordo troppo a favore di Renzi. Nelle ultime ore infatti, Forza Italia ha deciso abbastanza repentinamente di puntare verso una reintroduzione del Mattarellum, come annunciato dal capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta: “si è detto favorevole Grillo, si è detto favorevole Renzi, siamo favorevoli noi, le tre grandi forze che esistono nel Paese sono favorevoli, anche se i centristi vecchi e nuovi non sono d’accordo, ce ne faremo una ragione”. L’intenzione di Forza Italia sarebbe quella di vincolare ad un patto sulla legge elettorale proprio il Pd e il Movimento Cinque Stelle, isolando di fatto i partiti di centro e soprattutto il partito di Alfano, quasi una stoccata per le posizioni governiste che hanno portato alla spaccatura nell’ex Pdl. Ma la questione del Mattarellum, così repentinamente tirata fuori, trova un inaspettato muro nelle parole del presidente del Senato Piero Grasso: “dopo la pronuncia della Corte Costituzionale non sono utilizzabili né il Porcellum né il Mattarellum”.
Mentre Renzi continua ad insistere sulla sua cosiddetta legge del “sindaco d’Italia”, le opzioni di Grasso cadono come un masso sul tavolo delle trattative. Il vecchio Mattarellum non terrebbe conto del voto degli italiani all’estero (introdotto proprio con il Porcellum) e dell’ultimo censimento e quindi obbligherebbe anche alla riorganizzazione e rielaborazione dei collegi elettorali. Tutto questo per dire che una legge elettorale come il Mattarellum dovrebbe comunque passare al vaglio di un’importante modifica in Parlamento, prima di poter essere varata.
Nella stessa Forza Italia le posizioni non appaiono così granitiche come evocate da Brunetta: la consapevolezza del supporto improvviso alla vecchia legge tanto osteggiata dalla stessa Forza Italia fino a poco tempo fa, ha irritato esponenti come Gianfranco Rotondi, che neanche troppo velatamente dichiarano che non voteranno a favore di una reintroduzione del Mattarellum, dato che “non è che d’ora in poi Forza Italia deve decidere ogni cosa in base a quello che dice Alfano e fare il contrario”. La partita, o meglio, la guerra sulla legge elettorale sembra ancora all’inizio.