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Legge elettorale. Polemiche nel Pd

Creato il 16 gennaio 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Polemiche nel Pd sulla questione della legge elettorale. Dopo le parole del segretario Matteo Renzi, che aveva insistito sul non precludere la strada di un accordo sulla legge elettorale a compagini politiche diverse da quelle dell’attuale maggioranza di governo, nella fattispecie a Forza Italia, sono scoppiate e si sono intensificate le polemiche nel Pd. Il segretario è finito sotto il tiro di quella che una volta era la maggioranza della dirigenza, che si era identificata con il presidente Cuperlo nelle scorse primarie e che ora fa sentire la propria voce contro quest’apertura, giudicata “inopportuna”. La minoranza vorrebbe cercare un patto all’interno della coalizione di governo, spingendo per una soluzione con un doppio turno, soluzione prospettata e sostenuta a parole anche da Angelino Alfano di Nuovo Centrodestra. Anche Matteo Renzi sarebbe favorevole a questo sistema elettorale, purché con una soglia precisa sopra la quale scatti il ballottaggio per il secondo turno. E non solo: l’accordo o il tentativo di condivisione con Forza Italia dovrà esserci in ogni caso. È questo che la minoranza dem non vorrebbe, un incontro, magari proprio alla sede del Pd nazionale, tra il segretario democratico Renzi e il “nemico di sempre” Berlusconi. Non solo: in caso di eventuale accordo anche con il Cavaliere, Renzi potrebbe rafforzare la propria posizione dimostrando come quella che una volta era la maggioranza della segreteria democratica non avrebbe mai raggiunto un accordo con Berlusconi “per partito preso” e non per differenti affinità ideologiche e politiche.

Inoltre, come ribadito da Renzi, ben conscio della delicatezza dell’operazione, il Cavaliere dovrà dare garanzie precise non solo sul sostegno ad un modello condiviso di legge elettorale, ma anche su un progetto complessivo di riforme, come per esempio l’abolizione del Senato. E tutto questo dovrà essere messo per iscritto.

Intanto il governo Letta resta in fibrillazione per quella che potrebbe essere una crepa insanabile e che, con il conforto di un’eventuale nuova legge elettorale, possa diventare ben presto una corsa alle elezioni.


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