Legge sul “fine vita”: attenzione a quei cinque profeti della “dolce morte”

Creato il 22 febbraio 2011 da Uccronline

Cinque furiosi laicisti sono scesi tutti in campo in questi giorni per tentare di ostacolare l’approvazione della legge sul “fine vita” che la Camera comincerà ad esamniare. Anche se, l’unica critica che sembra veramente interessante è quella che arriva da Giuliano Ferrara su Il Foglio. Per il resto sono sempre i soliti: Marino, Englaro, Vendola, Cappato e Saviano. Ovviamente le battaglie per affermare il proprio punto di vista sono più che legittime, ma i laicisti dovrebbero stare molto più attenti a coloro a cui affidono queste campagne culturali…

Ignazio Marino ha allestito un bell’happening teatrale sull’argoento. Eppure pare essere una persona sempre più confusa: si dichiara devoto «cattolico» (cfr. Wikipedia) ma è palesemente schierato contro la chiesa cattolica, è il più indaffarato promotore del testamento biologico ma poi dichiara di essere «contro l’eutanasia» e intanto si allea con il padre di Eluana, colui che ha praticato l’eutanasia a sua figlia, come ha dichiarato il Consiglio Superiore di Sanità. Il suo compare, Beppo Englaro, aveva invece dichiarato che, morta (anzi, «liberata») Eluana, sarebbe sparito. Non avrebbe più detto niente. Né tantomeno avrebbe usato politicamente la sua vicenda. «Il silenzio, voglio solo il silenzio», ha sempre piagnucolato fin dall’inizio (cfr. Il Giornale). Invece si scopre che, come tanti avevano presupposto, la sua era solo una spregiudicata battaglia politica per far passare la sua ideologia, strumentalizzando però la vita di sua figlia.

C’è stato poi il sit in davanti a Montecitorio, promosso dall’Associazione Coscioni e dai radicali con Marco Cappato in testa, segretario dell’associazione. Sempre impegnato in battaglia sulla presunta “libertà”, come quando ad esempio -sempre per il suo concetto di libertà- sostenne che i pedofili olandesi avevano il diritto di avere il loro partito (che promuove la liceità della pedofilia), esprimendo il desiderio che la pedofilia venga regolata da leggi, “così non ci sarebbe violenza ma soltanto “amore” (da RadiciCristiane). Lo stesso che nel 2002 rispose così al pedofilo orgoglioso William Andraghetti, che gli chiedeva un parere sulla pedofilia: «Mi pare che i radicali siano stati e siano molto chiari nel denunciare i metodi da caccia alle streghe sui casi di pedofilia, così come il proibizionismo su internet. Al centro delle nostre varie operazioni antipedofilia c’è stata la demonizzazione di Internet, con procedimenti penali anche a carico di chi ha semplicemente visitato siti pedofili» (da Archivio del Novecento).

Roberto Saviano in un videomessaggio molto toccante e sentimentaloide si è improvvisato bioeticista e ha profetizzato contro un ddl che «sembra liberale ma non lo è». Si è però dimostrato poco informato dei fatti, non essendo ovviamente il suo mestiere, così come lo era di Eluana, tanto che la descrisse come una «donna calva» (forse pensando che presentandola così avrebbe aiutato a far passare la sua soppressione come un atto di civiltà). Inutile dire che Eluana i capelli li aveva ancora tutti e ancora nerissimi (cfr. Avvenire). A Saviano ha anche risposto lo scrittore e vaticanista Andrea Tornielli su La Bussola Quotidiana. Come non ricordare poi la scelta di accogliere nella trasmissione “Vieni via con me” solo profeti dell’eutanasia impedendo la partecipazione di una controparte, ben più rappresentativa della situazione italiana? Saviano concesse il diritto di replica al ministro dell’Interno Maroni su temi politici, ma lo vietò ad esempio a Mario Melazzini (cfr. Ultimissima 25/11/10), medico malato di Sla.

Il cattolico adulto omosessuale, Nichi Vendola, presidente di Sinistra ecologia, il quale parla di «battaglia di civiltà per la vita» e a cui bisognerebbe chiedere se intendeva lo stesso principio di “civiltà” quando in una intervista del 1985 a La Repubblica, intitolata «Il gay della Fgci», affermava: «Non è facile affrontare un tema come quello della pedofilia ad esempio, cioè del diritto dei bambini ad avere una loro sessualità, ad avere rapporti tra loro, o con gli adulti, e trattarne con chi la sessualità l’ha vista sempre in funzione della famiglia» (frase ripresa da diversi quotidiani come Il Giornale, Libero e Il Riformista).

Risposte. Hanno subito risposto diversi esponenti politici come il sottosegretario Eugenia Roccella risponde ai quattro dicendo: «La verità è che non si vuole affermare la libertà di scelta delle cure, ma si chiede l’eutanasia senza il coraggio di aprire un dibattito chiaro». Su un tema così delicato – precisa la Roccella – «è importante che il dibattito sia trasparente: il Pdl vuole una legge che applichi l’articolo 32 della Costituzione consentendo la libertà di cura» e «rispetti anche il divieto del suicidio assistito, senza aprire quindi a pratiche eutanasiche». Il vicepresidente del Senato Domenico Nania, replica invece: «Saviano, illiberale sarà lei! Almeno su questo tema, dovrebbe deporre le armi ideologiche». Il senatore Vincenzo Fasano: «Non vogliamo togliere a Saviano il gusto di pontificare su quello che gli pare. Ma l’essersi calato nel ruolo di nuovo guru della sinistra íper-laicista deve avergli preso troppo la mano». Parla di ‘malafede’ di Saviano, Cesare Giardina, presidente dei Giovani del Pdl: «definire ‘burocrazia’ l’alimentazione – osserva – e l’idratazione di un malato è una bugia; definire ‘imposizione’ l’offerta di cure ed assistenza a delle persone che ne hanno bisogno è una bugia; definire una battaglia di libertà la volontà di sopprimere dei malati è una bugia». Anche dall’UDC arrivano replice, affidate a Paola Binetti. Per ora non sembrano esserci repliche dai cattolici di sinistra.


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