Come si può maltrattare un uomo di cultura, come Enzo Bianchi, in questo modo? Ho estratto un frammento dell’articolo di Daniela Giachino comparso sulla Stampa oggi, sabato 12 frebbraio. Non so di chi sia la responsabilità, se della giornalista o del direttore o di chi, in ogni caso una rilettura prima di mandare in rete sarebbe sempre opportuna o non usa più? Sopportiamo i quotidiani refusi, ma qui è il senso del discorso che va perduto. Leggete e rabbrividite.
«Che ne è di perché altri si sentano inebriati dal loro noi?». «Sono giorni che attraversano il profumo, come lo sono stato io da quello tempo e fanno parte del nostro vivere: al- degli alberi piantati da chi mi ha preceducuni ci fanno soffrire, altri ci rallegrano e to. La vita continua e sono gli uomini e le ancora ci stupiscono – aggiunge Bianchi -. donne che si susseguono nelle generazioDentro ognuno di questi ricordi ci sono ni, pur con tutti i loro errori, a dar senso altante cose: c’è un senso esatto dell’esisten- la terra, a dar senso alle nostre vite, a renza, dello scorrere del tempo e delle stagio- derle degne di essere vissute». ni dell’uomo. C’è un guardare avanti. E c’è L’evento sarà introdotto dall’intervenuna parola per la vita di ognuno di noi». to del presidente dell’Associazione Forte. E ancora: «Quest’anno ho piantato un di Bard, Augusto Rollandin. «Il tema delviale di tigli, li ho piantati per rendere più l’incontro è di grande attualità per ogni uobella la terra che lascerò, li ho piantati mo, di ogni età e fede – dice Rollandin -. Con la semplicità cui ci ha abituato Bianchi, racconterà le fasi del vivere con tratti autobiografici».
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