… da dilettanti. Un uveite. Ma perchè non un’unghia incarnita allora? Un mal di pancia? La classica mestruazione che “Signora mia, non me lo dica, mi risveglia la sciatica e mi devo mettere a letto con la borsa dell’acqua calda”? Ora, non è per essere pignoli, ma non è che ci si puo’ ridurre all’ultimo minuto per la giustificazione. Prendere per il culo il prossimo è una cosa seria, occorre organizzazione, dedizione alla causa e pratica full immersion. Non so voi, ma io sono persino disposta a diventare follower di chi mi sappia sorprendere per “faccia da culo”, ma deve essere un professionista.
Pertanto ecco la lista, in ordine crescente delle tre cazzate millantanti un legittimo impedimento di cui sono testimone, senza fare nomi e cognomi, solo iniziali.
#3 – Dio ci ha insegnato ad aver fiducia nel prossimo.
B.V. Sono io. Mi fregio della terza posizione, peccando di presunzione certamente , ma onestamente fu un colpo di genio. Lo chiamavamo “Felicetto”. Sempre meglio del suo nome, che non vi dirò perchè potrebbe pure essere in Conclave in questi giorni e non voglio rischiare di essere fulminata. Prete, Cardinale o Frate che fosse insegnava storia.
Ci disse: «Domani compito in classe. Tre domande aperte. Ciascuna su uno dei tre capitoli numeri: 7, 8, 9.»
«Genio.» Pensai.
E a casa preparai un compito in classe prefabbricato. Sei pagine. Ogni risposta era il sunto di ciascun capitolo. ogni domanda da me immaginata era il titolo del capitolo in questione. Siccome ci avevo visto lungo e siccome alla fine il lavoro era comunque mio, non ci vidi nulla di male, nel consegnare proprio quello e non una sua copia. Il giorno dopo il compito mi prese da parte e con una timidezza spiazzante mi disse:
«Dovrei darti un nove, ma mi pare difficile che tu abbia potuto scrivere tanto in sole due ore. Sospetto un inganno, non so di che tipo, ma un inganno.»
Io, trasalii, mi scese una lacrima e in un moto d’orgoglio, lo accusai: «Padre. Lei vuole forse insinuare qualcosa? Ho studiato e ho una buona penna. Non è dato forse agli uomini di aver fede nel prossimo come nel Signore Dio Nostro?»
Tacque e scrisse nove. Il numero del Signore. Credo di aver pagato quel debito Felice’… liberami da ‘sto sortilegio che mi fa guadagnare nove euro al giorno. Non lo faccio più, promesso.
#2 – Ero in missione speciale per conto della Cia
F.T il primo grande amore della mia vita. «Te l’ho detto mille volte. Durante i mesi di militare a Torino Caselle sono stato reclutato per i corpi speciali e adesso mi chiamano quando meno me l’aspetto per missione speciali. Il lavoro da cassiere al Todis è una copertura. E ieri pomeriggio non potevo chiamarti perchè la Cia ci aveva chiesto assistenza per una ronda sul tetto dell’ambasciata Russa. E per favore stai attenta quando mi abbracci perchè ho la pistola nella fondina nascosta sotto al maglione. Poi quando saliamo in macchina la butto dietro al sedile, tranquilla.»
#1 – Avrei studiato, ma sparavano e non riuscivo a concentrarmi.
R.R. Supereroe della cazzata. Maestro incontrastato di vita. Era impossibile non alzarsi in piedi e applaudire. Persino i professori avevano rispetto per lui. Talmente tanto che sceglievano di credergli. Lo ricordo nel momento di suo massimo splendore e mi auguro che ancora oggi sia in forma come quel giorno in cui disse, con calma e fermezza:
«No. Anche ieri purtroppo mi è stato impossibile studiare. Sta diventando una specie di punizione per me, professore. Cosa ho fatto di male per meritare di restare ignaro e ignorante? Ieri pomeriggio, allo scattare delle ore tre, proprio quando mi apprestavo ad aprire il libro di Latino, un’esercitazione militare ha avuto luogo proprio sopra casa mia. Si immagini lo stupore mio e dei miei familiari, nello scoprire che un elicottero di quelli a due pale tentava l’atterraggio sul tetto della mia casa. E poi, di colpo, spari, urla, un fragore improvviso. Certo, avrei potuto studiare una volta finita l’esercitazione militare, ma il problema a quel punto era diventato l’attacco cardiaco di mio nonno, spaventato per la situazione. E prima che potesse riprendersi io avevo già esaurito tutto il tempo a disposizione per i miei studi. Non sa che rabbia, lei non immagina. Guardi non insista, sono ancora provato, non posso presentarmi all’interrogazione in questo stato.»
Per clemenza non ho citato M.C, unica esemplare di donna con 4 cicli mestruali al mese, teoria a sostegno della quale un giorno, per evitare l’interrogazione, voleva portare prove concrete, che per fortuna non furono ritenute necessarie. Non ho citato neanche la più piccola e simpatica: V.V, la mia cugina più piccola, che a soli quattro anni, giudicava impossibile per lei andare a letto prima di tutti perchè convinta del fatto che , se si fosse addormentata, qualcuno avrebbe rapito il suo coniglio dal pelo rosa. O anche E.B, mia nipote di sei anni, che non puo’ aiutare la mamma in casa, perchè lei, come darle torto, è troppo piccola.
E poi ci sarebbe quel genio di C.B., che vi giuro, si ammala ogni Lunedì di un male nuovo e incurabile, perchè il martedì torna a lavoro, e, non so come fa, riesce a convincere persino il termometro. L’ho sposato anche per questo in fondo.
Insomma, Cavaliere, mi consenta, lei è un dilettante. Si lasci servire da noi, popolo di attori, inventori, creativi e figuranti. Si guardi intorno: le sembriamo degli sprovveduti? Ci guardi, su. Ah già, non puo’, mi scusi. Buona convalescenza.