Aveva voglia di dare un calcio alla tristezza. Voglia si potesse davvero colpire il male dentro per poterlo punire di averla avvelenata.Ma non si poteva. Camminare all'interno delle emozioni le usciva male, farlo per i mille demeriti e fallimenti che incontrava, la struggeva. Arrivò a pensare che il giorno più bello della sua vita l'avesse già conosciuto, e si chiese quanto valesse la pena di esistere, con la consapevolezza che non avrebbe goduto di altri altrettanto belli. C'è ancora bellezza da vivere" le dicevano. "Sicuramente - rispondeva - ma se non sarà 100 non mi basterà."Non concedeva a se stessa di abbassare le aspettative, e non riusciva più a sentirsi felice, soddisfatta, serena. Impossibile così andare avanti. Ogni momento era buono per sentire la lancinante morsa delle lance che si spezzavano su un cuore tormentato. Accontentati.Arrenditi. Lo diciamo per il tuo bene. Odio puro. Negli occhi, nei quali le lacrime accompagnavano i battiti. Tra le labbra, dove sputi rabbiosi si radunavano disadorni. Si può vivere con la prospettiva di uno zero a zero perenne e ripetuto?Lei, che cercava vittoria scansando sconfitte sempre più cruente, avrebbe imparato ad esistere nel mare dell'indifferenza e delle scrollate di spalle?Avrebbe capito che rimpinzandosi di metà esistenza, non avrebbe mai più conosciuto delusioni ed ipocrisie?Pensò che non ne sarebbe stata capace mai, sarebbe stato tanto più bello non vivere in un mondo in cui tutti gli altri si e lei no. Avesse potuto fare a meno delle felicità altrui, dei sorrisi sinceri, delle liete novelle, delle sensazioni onnipotenti di rinnovamento, successo e vittoria... Ma non abitava su un eremo.Non era sorda, cieca o addormentata. Hai una grande intelligenza, sfruttala. "Come? - si chiedeva - per mandarvi sentitamente a fare in culo?" Sei molto carina, è un vantaggio."Per Kate Moss forse, io sono carina mica una strafiga su gambe chilometriche!" Soffriva. Ascoltava i consigli e le speranze, le parole e le testimonianze, e ci si attaccava. Perché aveva fede. Non in Dio, non solo, ma anche nei sogni, nella determinazione, nella speranza. Povera guerriera spaventata che era: spavalda quanto serve per non farsi atterrire da mandrie, ma incapace di lasciarsi vivere. Ringrazia per ciò che hai. Le consigliavano. Ma non le sovveniva dono abbastanza meritevole di ringraziamenti, niente che le appartenesse. Così soffriva di un dolore deferente ed altolocato, un dolore talmente pregno di forza e negatività da rimanerle arroccato alle pareti dell'anima, tanto da rendere la disperazione una missione impossibile. "Non si vive una vita dove il più bello c'è già stato, al massimo si esiste, ed il pensiero mi spacca dentro." Non vi è peggior pugnale, e più affilata spada che squarcia il cuore come le aspettative che non conoscono realtà.E lei riconosceva questa verità, chiedendosi se valesse la pena.






