Certe cose mica capitano tutti i giorni. Cioè, magari a Catania no, ma a Milano, in questa città che corre e scivola sulla pioggia, è possibile che sì. Durante la settimana della moda, poi, la percentuale di roba strana che ti può succedere aumenta esponenzialmente in base alla fama di cui gode lo stilista alla cui sfilata vuoi assistere.
Ieri pomeriggio, alla Statale, c’era Missoni. La sua sfilata, dico, oltre che lui in carne e ossa, con un maglioncino colorato che mi ha fatto tanta tenerezza, anche perché sembrava un po’ mio nonno e io quasi quasi gli volevo bene.
Comunque, la sfilata di Missoni era aperta al pubblico e io ho deciso di andarci. Ero là fuori, in fila, guardavo tutte queste tizie che camminavano coi tacchi altissimi, che pesavano due grammi (contenuto della borsa compreso) e che mi ricordavano che per quanto una possa essere caruccia ci sono esseri viventi che sono chiamati «donne» e in realtà vengono da un altro pianeta.
E io non sapevo chi fossero. Ogni tanto, un fremito percorreva la folla: «Oddio, l’hai vista? Lei è (inserire nome di modella a caso), quella che ha fatto la sfilata di (inserire stilista a caso) il (inserire data a caso) a (inserire località scognita a caso)».
Conscia della mia ignoranza, tacevo e mi lasciavo superare, sempre in fila, accontentandomi di quello che a scuola sarebbe stato un misero ultimo banco da castigo.
D’un tratto, accanto a me si posiziona una donna, molto bella, molto alta, molto di un altro pianeta pure lei. Solo che, a differenza mia, lei per la sfilata di Missoni aveva un invito. E non un invito poco vistoso, proprio una pergamena gigantesca, una roba che urlava «A me Missoni in persona mi fa il baciamano, l’inchino e mi offre pure la cena».
Leggi il resto del post sul blog delle sfilate di Donna Moderna. Lo so che non è bello riciclare la roba, ma abbiate pazienza: c’ho sonno.