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LEONARDO DICAPRIO DAY: Gangs of New York

Creato il 11 novembre 2013 da Jeanjacques
LEONARDO DICAPRIO DAY: Gangs of New York
Ed ecco che si passa oggi a parlare di uno degli attori che ha avuto uno dei giudizi più trasversali di sempre. Come molti ha iniziato la sua carriera in sordina per divenire poi il sogno delle notte bagnate di molte adolescenti degli anni Novanta con quella solfa allucinante che è stata il Titanic di Giacometto Camerlenghi. Poi però il giovanotto ha deciso che non poteva vivere solo per il suo bel faccino - anche perché per me col tempo ha avuto problemi di obesità causati dalla tiroide - e quindi ha deciso di darsi al cinema d'autore. E lo ha fatto con uno degli autori fondamentali del nostro secolo, che lo ha utilizzato come nuovo Robert DeNiro, quindi come nuovo attore feticcio per i suoi film. Stiamo parlando di Martin Scorsese, i leggendario regista americano. E insomma, se ti prende sotto la sua ala lui, che non è proprio il primo degli stronzi, forse non sei uno sprovveduto qualsiasi...
Siamo nel 1846 e l'America è dominata dalle bande criminali. Sono due a voler contendersi il territorio: i Nativi e i Conigli Morti. Durante una battaglia Il Macellaio, capo dei Nativi, uccide il boss dei Conigli Morti, divenendo il capo del quartiere dei Five Points. Amsterdam, figlio del capo defunto, una volta raggiunta la maggiore età esce dal riformatorio, deciso a vendicare la memoria del padre...

Se c'è una cosa che mi piace degli autori è quella di stare al passo coi tempi. Cosa che non si può dire succede molto a quelli nostrani, che si ostinano a fare film anche a novant'anni compiuti usando sempre lo stesso linguaggio dell'anteguerra. Scorsese invece continua imperterrito a coprire la sua vetusta posizione, ma lo fa con un occhio sempre aperto al presente e all'innovazione. Perché si può ben dire che all'epoca il regista avesse i suoi begli annetti, ma lo stile è uno dei più frizzanti che si siano mai visti. Questo film sulle bande newyorkesi infatti è uno dei film storici più canonici e allo stesso tempo atipici di sempre, come testimonia fin dall'inizio, con quel suo look forse mai ben definito e quel gusto per l'ultraviolenza che riesce a dare da sola quel tocco in più. Basta infatti vedere la battaglia iniziale per capire ciò che voglio spiegarvi, perché raramente una sequenza ha saputo shockarmi tanto, sia a livello visivo che formale. Abbiamo ralenty, personaggi assurdi, sangue, sgozzamenti e pure particolati che sembrano presi da un anime - scusate, ma la donna-gatto che mozza orecchi sembra uscita da un cartone giapponese. Ciò che ne esce quindi è un ritratto forse un po' confusionario ma comunque irresistibile, che mostra tutta la passione immessa dal regista in questo monumentale progetto. La storia procede lineare, con tante descrizioni del periodo che però non tolgono ritmo al tutto, soffermandosi sulla presentazione di tutti i personaggi, tutti dotati di una loro precisa e distinta personalità. Abbiamo il protagonista risoluto che cerca vendetta, la sua pupazza mezza troia che alla fine sposerà la sua causa e un antagonista interessante e carismatico, segno di un patriottismo che affonda le sue radici nel sangue, vero emblema della pellicola con quel suo occhio riportante l'Aquila simbolo dell'America che fu e che sarà, un macellaio di nome e di fatto legato a uns enso di eterno rispetot per quello che era il suo vecchio nemico. Questa è una storia di gente sporca, gente dei bassifondi e dal comportamento non sempre giustificabile, ma si vuole cercare di narrare le loro gesta come se il tutto fosse un dramma epico shakespeariano. Ed è proprio questo suo essere estremo in tutti i sensi, sia positivi che negativi, che blocca in certi punti questo film. e impossibile infatti non amarlo, ma è anche impossibile non odiarlo, così come pochi non potranno ammettere che dopo la prima visione la testa comincerà a pesare per via della lunghezza e di tutti i fatti narrati, oltre che per la pesantezza e crudezza di molte sequenze. Si finisce con l'idea di aver visto un gran bel film, ma che forse era meglio prendere a piccole dosi, perché quasi tre ore nei più remoti bassifondi dell'America che fu forse sono un po' tantine. Si può comunque godere del suo aspetto formale e tecnicamente ineccepibile, perché Scorsy è uno che il suo mestiere lo sa fare ed ama circondarsi di artigiani competenti. La fotografia di Michale Ballhaus è magistrale, così come le scenografie del nostrano Dante Ferretti [a proposito, in una gita a Cinecittà con la scuola ci sono passato in mezzo] sono ai limiti del miracoloso, mentre le musiche di Howard Shore avvolgono la pellicola in un'aura senza tempo. E gli interpreti... beh, il nostro Leo ha dimostrato di cavarsela egregiamente anche nei ruoli più cattivi e borderline, così pure la sua amichetta Cameron Diaz, qui lasciva e zoccola al punto giusto. Ma il vero mattatore è Daniel Day-Lewis, che ha il personaggio più epico ed accattivante degli ultimi dieci anni. Da annoverare anche la presenza di Liam Neeson, anche se relegato solo nel prologo iniziale, ma che con un solo sguardo si imprime per tutta la pellicola.Recensione scritta di fretta e in ritardo, perché ammetto che causa impegni di lavoro ero andato dimenticarmi dell'evento. Sono comunque felice di essere riuscito a partecipare con tutti gli altri.Voto: ★½LEONARDO DICAPRIO DAY: Gangs of New York
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