E’ un docufilm quello trasmesso da National Geographic Channel dal titolo: Leonardo l’ultimo segreto, è la cronistoria di uno dei grandi misteri della storia dell’arte: la battaglia di Anghiari, l’affresco che Leonardo da Vinci realizzò nella Sala del Maggior Consiglio della Repubblica di Palazzo Vecchio a Firenze, e che scomparve 500 anni fa. C’è chi ha dedicato la propria vita ad indagare questo mistero: è l’ingegnere Maurizio Seracini, Direttore del Center of Interdisciplinary Science for Art, Architecture and Archaeology dell’Università di San Diego, che da trentasei anni è impegnato nell’individuazione.
Metodologie moderne quali radar, sonde e termografie, sono a disposizione di studiosi, architetti e restauratori, che meticolosamente si apprestano a perforare il muro per trovare una traccia che avvalori la tesi che vorrebbe l’opera di Leonardo nascosta dietro l’affresco del Vasari. Una prova essenziale per Seracini è rappresentata dalle parole “Cerca trova”, impresse sopra uno stendardo dipinto nell’affresco del Vasari, una pista?
I metodi da adottare devono essere poco invasivi o si rischia di rovinare un capolavoro che attira migliaiai di turisti e amanti dell’arte, la situazione è difficilissima, l’area è vasta e le pressioni sono tante. Il maestro non completò l’opera tuttavia la Battaglia di Anghiari, venne copiata da numerosi artisti, è possibile ricostruire il modello, determinarene le dimensioni e proiettarlo sulla parete per tentare di individuare la sua giusta collocazione. Non sono ammessi errori, i rischi sono altissimi, è possibile causare danni ingenti, irreversibili e nonostante la riservatezza dell’operazione la stampa è a conoscenza dei tentativi e preme curiosamente per sapere l’esito. Scoppiano le polemiche: alcuni studiosi giudicano la perforazione pericolosa per l’affresco. L’inizio delle indagini endoscopiche viene posticipato e, alla fine, si decide di procedere con i lavori solo nelle crepe gia’ esistenti nell’affresco o nelle zone precedentemente restaurate.Si individuano 14 punti di sondaggio, ma il permesso ammette solo 7 fori. La priorità è salvaguardare un Vasari certo a scapito di un Leonardo incerto. La sonda dotata di una microcamera permette al team di ricercatori di vedere cosa c’è al di là del Vasari e raccogliere informazioni necessarie per ulteriori analisi.
La tensione è alta, la sonda penetra il muro fino a 17 centimentri per sei volte è il momento della verità. Speranza e ansie si intrecciano. Dopo i vari tentativi, nulla. Il buon esito delle ricerche è appeso a un filo e la battaglia di Anghiari rischia di restare ancora un mistero. Il team di ricerca comunque ha confermato, l’esistenza di un vuoto inizialmente individuato sulla parete dove Vasari ha dipinto il suo affresco e il muro retrostante. La scoperta suggerisce che Vasari potrebbe aver voluto preservare il lavoro di Leonardo erigendo una parete di fronte all’affresco.
L’ultimo tentativo non ottiene il permesso, si deve abbandonare tutto. Dopo 36 anni di studi il mistero resta tale. La disperazione è alle stelle “mi sento impotente e completamente solo” dice, sconsolato il professor Seracini e come spesso accade in un ultimo disperato tentativo, la sonda penetra nelle parete e, colpo di scena eclatante, ecco affiorare, proprio sotto la scitta “cerca, trova” pigmenti colorati. Il campione dimostra in maniera non definitiva che la tesi del professore ha elementi per credere che il dipinto di Da Vinci, che per lungo tempo è stato considerato distrutto a metà del sedicesimo secolo, possa ancora esistere dietro l’affresco del Vasari. Purtroppo, troppo poco per continuare le ricerche. Dunque a oggi il mistero rimane tale ma, la ricerca continua…