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Let me die in my footsteps

Creato il 15 aprile 2011 da Paperoga

Let me die in my footsteps

Non studio non lavoro non guardo la tv, non vado al cinema e non faccio sport. Insomma, se manco dal blog da più di un mese, un motivo c’è. Mentre tutti continuano la loro vita, io da un mese ho gli occhi puntati su quella fottuta centrale di Fukushima.

Perdonatemi, ma sono figlio degli anni ’80. Ho passato la prima metà di questi a temere accucciato sotto il banco di scuola una guerra termonucleare globale tra Usa e Urss, e poi, proprio quando la guerra fredda andava scemando, esplose una centrale nucleare a 2000 km da casa e per un paio di mesi non si mangiò insalata e non si bevve latte.

Quando dunque un mese fa ho risentito parlare, dopo quasi 25 anni, di fusione del nocciolo, vento radioattivo e compagnia cantante, mi è ritornata quella stessa pelle di cappone di quando, a 8 anni, inavvertitamente vidi in tv uno spezzone di un film che proiettavano al cinema.

Let me die in my footsteps

Il bello è che io di nucleare continuo a non capirci niente. Cioè magari uno pensa che, se uno è fissato con una fobia personale, diventa un espertone in materia. Manco per niente, rimango un ignorantone. In questo mese dunque ho ritenuto di mettere giù un volenteroso programma atto a prendere contromisure idonee a fronteggiare l’immane disgrazia giapponese e le sue conseguenze per questa mia storica e intermittente angoscia personale:

1) Non ho comprato le pastiglie di iodio come molti hanno fatto assaltando le farmacie. Però ho cambiato dentifricio, con il 50% di iodio in più, che mi pare una scelta molto meno isterica.

2) I contatori geiger costano un occhio della testa su ebay, però ho trovato su internet, testuali parole del sito, una “simpatica applicazione da utilizzare con gli amici che rallegrerà le vostre giornate”, ovvero un finto contatore geiger in cui spaccarsi dalle matte risate non si sa per che cazzo di cosa, poi.

3) Non posseggo un bunker antiatomico, ovviamente. Ma buttare giù una lista di cosa da comprare prima che si scateni il panico, e che possa prolungare di un mesetto la mia vita, quello si può fare. Dunque, qualche migliaio di candele, scatolame a kili, acqua in bottiglia, tre deodoranti spray (la doccia sarà un lusso), una scacchiera, la collezione di classici di disney, una torcia, una riserva di pile e se mi riesce, per quando starò impazzendo del tutto, una bella porzione di cannabis per dare l’addio con stile a questo porco mondo.

4) Mio fratello di fisica ne sa a pacchi, è un antinuclearista bello incazzato, e quindi gli sono stato praticamente incollato al culo per un mese a chiederli ragguagli sulla faccenda:

1 telefonata.

- Ehi, senti, ma praticamente cos’è sto nocciolo? E quando fonde?

- Beh, allora, bla bla, anche bla e poi ancora bla.

- Ma non basta buttarci dentro dell’acqua con una pompa per spegnere il reattore?

- Sei un trimone, perchè bla bla e quindi bla e nonostante tutto ancora bla.

2 telefonata

- Senti, ma sta teoria per cui il nocciolo che fonde sprofondando nel terreno non trova più ostacoli e buca la crosta terrestre è vera? Perchè cazzo mi sa che siamo proprio sotto il Giappone, e non mi vorrei trovare proprio sotto il culo quella bella pentola a pressione..

- Che cazzata, bla bla, la forza gravitazionale, bla e poi bla, il contatto con le falde acquifere, bla e quindi super bla.

- Ma la differenza con Chernobyl qual’è?

- Che rottura di palle, dunque, lì è andata bla bla, qui potrebbe andare meglio e quindi bla, o peggio e quindi mega-super-iper-bla.

- Si ma volendo fare delle ipotesi, di qua ad un mese, tu credi che…

- CLIC-TU-TU-TU-TU-TU-TU.

5) Con mio fratello che mi ha mandato a cagare, non mi è rimasto che informarmi seriamente e scientificamente attraverso le fonti a mia disposizione. Ho dunque passato interi pomeriggi e nottate a:

- giocare a Fallout3, videogioco che  consiste nel vagare in un mondo post-atomico divenuto un deserto contaminato, giusto per farci l’abitudine.

- guardare film come Wargames, Sindrome Cinese, o documentari su Chernobyl, Three Miles Island e altre disgrazie varie, giusto per entrare in pieno clima di inverno nucleare.

E’ trascorso un mese, e nonostante questi accorgimenti la tensione di me bambino dell’83 ancora non se ne va. E’ una tensione sottile, inodore e insapore, radioattiva a suo modo. Ci vorrà ancora un po’ di tempo, magari quello sufficiente a mettere sotto controllo quella dannata cazzo di centrale. E mentre la gente qui si attacca alla tv a guardare il processo breve, io mi concentro piuttosto sulla morte breve, e dell’umana follia di cercare di padroneggiare qualcosa di incontrollabile, e di spacciarcela per sicura, proprio non riesco a farmene una ragione.

Let me die in my footsteps


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