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Let me in

Creato il 03 novembre 2013 da Misterjamesford
Let me inRegia: Matt Reeves
Origine: USA
Anno: 2010
Durata: 116'

La trama (con parole mie): Owen è un ragazzino vittima dei bulli della scuola che vive solo con la madre, schiacciato dalle incertezze e dai timori tipici dell'adolescenza.
Un giorno, nell'appartamento accanto al suo, si trasferiscono la giovane Abby e suo padre: differente da chiunque altro Owen abbia mai incontrato in classe e fuori, Abby finisce per conquistarlo sotto ogni punto di vista, dagli stimoli a reagire con forza ai soprusi subiti al desiderio che, in qualche modo, quel suo strano atteggiamento risveglia.
Il rapporto tra i due si evolverà proprio mentre nella zona cominceranno a verificarsi efferati omicidi, e nel momento in cui il padre della ragazza si suiciderà dopo essere stato arrestato con l'accusa di aver commesso quegli stessi crimini ed il confronto con i persecutori di Owen avrà una fine, inizierà una storia destinata, forse, a durare ben più di una vita.



Let me in
Avrei dovuto saperlo.
Nonostante Matt Reeves, pupillo di J. J. Abrams nonchè regista del giocattolone dal sottoscritto tanto adorato Cloverfield, avrei dovuto saperlo.
Let me in - remake del sopravvalutatissimo Lasciami entrare - nasceva sotto una cattivissima stella.
Ai tempi dell'uscita del lavoro di Alfredson, infatti, fui tra i pochi a giudicare la suddetta pellicola decisamente al di sotto delle entusiastiche recensioni raccolte dentro e fuori dalla blogosfera, un pippone lentissimo, bolso e tendenzialmente radical chic con due soli acuti, le splendide sequenze della bastonata rifilata dal protagonista al bullo sempre pronto a perseguitarlo - girata con un occhio in pieno stile Haneke - e quella del massacro in piscina conclusivo.
Ebbene, in questa versione americana si finisce per perdere perfino il valore di quei passaggi, e dunque per assistere ad una sorta di versione di grana decisamente più grossa di quella europea che, allo stesso modo, non riesce a sfruttare lo spunto comunque interessante del vampiro dall'età indefinita imprigionato nel corpo di una ragazzina: a questo proposito, neppure la di norma molto convincente Chloe Grace Moretz riesce a trasmettere l'intensità di Abby, risultando senza dubbio più scialba della sua controparte del Vecchio Continente.
Un vero peccato, perchè - come mi era già capitato di considerare rispetto all'originale - trovo che le basi per costruire un ottimo horror "sentimentale" ci fossero tutte, inevitabilmente schiacciate da un'eccessiva ambizione - il lavoro del già citato Alfredson - e da un'inadeguatezza di fondo che finisce per ridurre il potenziale dell'ambientazione - sarebbe stato più interessante provare a mescolare le carte in tavola evitando di riproporre la cornice innevata del film ispiratore - così come del cast - oltre alla Moretz, sparisce in un ruolo troppo marginale perfino il sempre ottimo caratterista Richard Jenkins, senza contare Elias Koteas, assolutamente sprecato per l'investigatore, quasi una comparsa -, senza contare l'amplificazione esponenziale della noia che già aveva attanagliato gli occupanti di casa Ford ai tempi della visione di Lasciami entrare.
Let me in perde dunque nettamente il confronto nonostante potesse contare sul vantaggio di poter difficilmente fare peggio, rivelandosi uno dei titoli meno interessanti e più velocemente destinati ad essere dimenticati che il genere mi abbia riservato nel corso delle ultime stagioni, finendo per entrare di diritto nella terrificante categoria di quei film non abbastanza brutti da farmi davvero incazzare o divertire nel corso della loro stroncatura, inutili al punto di rendere davvero difficile perfino arrivare decentemente alla fine di un post cercando di dare un senso allo stesso.
In qualche modo, si potrebbe parlare di titoli "succhiasangue" a tutti gli effetti.
Almeno da questo punto di vista, lo scialbo prodotto di Reeves ha reso onore al suo nome.
MrFord
"I've seen love go by my door
it's never been this close before
never been so easy or so slow
I've been shooting in the dark too long
when something not right it's wrong
you're gonna make me lonesome when you go."
Bob Dylan - "You're gonna make me lonesome when you go" -





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