Scritto da: Ivan Lagrosa 12 febbraio 2014 in Attualità, News, Politica Inserisci un commento
Il Presidente del Consiglio Enrico Letta, dato da giorni per dimissionario, convoca una conferenza stampa e decide di giocare all’attacco, presentando un piano di lavoro, chiamato “impegno Italia”, per il governo”. Il governo a cui queste proposte sono rivolte, però, dice Letta è ancora da mettere a punto, da formare. Si fa strada quindi l’ipotesi di un Letta bis: “un aggiustamento non è sufficiente. C’è da tenere conto di ciò che è avvenuto in questi mesi. C’è stata la scissione di Scelta Civica, Berlusconi è uscito dalla maggioranza e Renzi è diventato segretario del Pd”.
Il Presidente del Consiglio apre la conferenza stampa specificando innanzitutto perché presenta solo adesso questo programma: “il Pd ha chiesto che ci fosse prima l’impegno sulla legge elettorale e quindi ho atteso. Non è colpa mia se si è perso tempo”.
La durata di questo “Impegno Italia”? “Non metto una data. Il concetto è legato al completamento delle riforme costituzionali e della legge elettorale. Non ci sono date ma obiettivi da raggiungere”.
Poi la stoccata a Matteo Renzi: “Io mi considero uomo delle istituzioni e come tale mi assumo le mie responsabilità. Come si sa, questa legislatura non è nata con governi eletti da popolo, il mio governo è nato in Parlamento ed è li che ognuno deve fare le proprie scelte. Io chiedo chiarezza: le dimissioni non si danno per manovre di palazzo o per retroscena. Ognuno deve pronunciarsi esplicitamente. Soprattutto chi vuole prendere il posto mio deve dire cosa vuole fare a carte scoperte, per rispetto nei confronti del Paese”. Letta aggiunge quindi che per farlo dimettere, l’unica strada è quella di sfiduciare il suo governo in Parlamento.
Letta passa quindi al tema del suo governo, dicendosi orgoglioso dei risultati raggiunti: “nelle condizioni date abbiamo dato il massimo. Condizioni date che erano difficilissime: ho vissuto ogni giorno come se fosse l’ultimo. Sono stati in tanti a volermi cacciare da qui ma io ho continuato e continuo a lavorare sereno. Dovesse andare male questa vicenda penso potrò comunque andare ad insegnare zen, tanta è la mia calma”. Altro che #enricostaisereno, di più.
Quali sono quindi questi risultati raggiunti dal governo? In primo luogo la crescita che, benché piccola, c’è; in secondo luogo il debito pubblico che, dopo sei anni, è finalmente sceso. In ultimo il deficit, tenuto sotto controllo. Questi, sostiene Letta, “sono tutti elementi essenziali per far si che il più presto possibile le imprese e i cittadini tocchino con mano questi benefici”.
Venendo poi nel concreto ad “Impegno Italia”, Letta afferma che questo patto di coalizione è frutto di un confronto sia con i partiti che con le parti sociali.
I temi contenuti nel piano sono diversi: ripartenza dell’Italia per dare a chi crea lavoro la possibilità di crescere, un welfare che si occupi di tutti, un intervento sulla burocrazia per velocizzare i decreti attuativi, taglio del costo del lavoro per aziende e lavoratori, contratti a tutele progressive, semplificazione del codice del lavoro, interventi per conciliare vita e lavoro (quindi asili nido e incentivi fiscali per l’occupazione femminile, fondo per nuovi nati, congedi di paternità e maternità) e ancora, maggiori crediti alle imprese e allentamento del patto di stabilità interno. In ultimo, un piano Scuole Sicure che prevede, tra le altre cose, un’anticipazione della carriera scolastica, che si dovrà concludere a diciotto anni.
Punto significativo del patto è poi la matrice finale: lì sono infatti indicati tempi di attuazione e i nomi dei responsabili.
Enrico Letta Impegno italia matteo renzi PD 2014-02-12