Un muro contro mura che rende quasi impossibile l'auspicio espresso dallo stesso Letta di coinvolgere le opposizioni nel processo di riforme costituzionali. Nonstante tutti dicano di condividere l'obiettivo di archiviare il bicameralismo perfetto, di ridurre il numero dei parlamentari e di superare il Titolo V, le divergenze nei fatti sono profonde.
Con il partito di Silvio Berlusconi non mancano le scintille. Renato Brunetta, davanti alle telecamere, definisce il discorso del premier "pessimo, arrogante, fuori dal mondo"; poi, in Aula, dà del "traditore" ad Angelino Alfano. Ma è proprio sulle riforme istituzionali che il presidente del Consiglio intende stanare i suoi avversari: "Chi farà saltare il banco se ne assumerà la responsabilità davanti al Paese".
Nel suo discorso alla Camera, poi replicato al Senato, Letta rende chiaro che diversi punti programmatici sono stati stilati in accordo con il neo segratario del Partito democratico, Matteo Renzi. che in mattinata sale al Quirinale per il primo colloquio con il Capo dello Stato: tra questi un sito per la trasparenza della Pa o l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Che Letta vuole a tutti i costi incassare entro Natale, minacciando in caso contrario l'intervento per decreto.
Il premier ha d'altro canto blindato l'esecutivo per l'anno prossimo sottolineando che il patto di coalizione (ribattezzato "impegno 2014") di gennaio non potrà rimettere in discussione il voto di fiducia odierno e precisando che l'orizzonte temporale del governo resta di 18 mesi. Che partono da aprile, precisa in Senato per evitare polemiche. Nonostante il tempo stringa, Letta è convinto che la "nuova maggioranza politica, meno larga ma più coesa", possa portare a quella svolta da più parti auspicata. Sul fronte della legge elettorale il premier conferma che deve essere maggioritaria e con le preferenze, precisando che la responsabilità della sua riforma ricade in primis su governo e maggioranza e poi sul Parlamento.
C'è poi il fronte più caldo, ovvero quello economico, sul quale Letta insiste particolarmente. Promette una riforma degli ammortizzatori sociali, l'abbattimento del costo del lavoro, la riduzione delle tariffe assicurative, l'ingresso dei lavoratori nell'azionariato di aziende pubbliche come Poste e nuove risorse per istruzione, scuola e ricerca. Il prossimo Cdm, poi, varerà "Destinazione Italia" per favorire gli investimenti esteri e che, oltre ad un credito di imposta per la ricerca e a fondi per la digitalizzazione delle Pmi, conterrà una riduzione dei costi dell'energia con un alleggerimento delle bollette da 600 milioni. Sul fronte europeo Letta non ammette mezze misure: "Chiedo un mandato per un'Europa migliore", ma chi cerca consenso con il "populismo" e l'antieuropeismo "non voti la fiducia''.
Letta ottiene la fiducia: "è un nuovo inizio"
Creato il 12 dicembre 2013 da Antonella Di Pietro @Antonella_Di_PiPossono interessarti anche questi articoli :
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