Enrico Letta, Casini offre al governo la pacificazione e dice al Pd di scegliere tra lui e Vendola. Voi cosa rispondete?
«Non ho interpretato l’intervista di Casini come una chiusura. L’alleanza tra moderati e progressisti è lo schema che frequento da tempo, ed è uscito rafforzato dalla direzione del Pd. Sperimentiamolo insieme, per battere i populisti. Siccome Berlusconi dice che non si va a elezioni anticipate, la prossima tappa saranno le Amministrative. Per molti motivi — le esperienze civiche, le difficoltà di un centrodestra senza candidati — le elezioni del sindaco di Torino, Bologna e Napoli sono l’occasione giusta per costruire l’alleanza, facendo prevalere il pragmatismo sull’ideologia. Come accadde per l’Ulivo vincente di Prodi, il cui embrione fu Martinazzoli sindaco di Brescia».
Quindi tra Vendola e Casini il Pd dovrebbe scegliere Casini?
«Vendola è un fenomeno mediatico personale, non un soggetto politico radicato. Sul territorio, la sinistra radicale ha un peso molto ridotto, non determinante. Determinanti possono essere i moderati, ad esempio a Napoli».
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Casini potrebbe essere il vostro candidato?
«Non mettiamo il carro davanti ai buoi. Prima si scrive il programma, poi si costruisce la coalizione, infine si sceglie il leader e noi naturalmente supporteremo il nostro segretario».
Con le primarie?
«Come partito, noi sosteniamo le primarie anche per scegliere i parlamentari. Come coalizione, dobbiamo decidere con gli alleati».
Chi prende Casini prende anche Fini. Nessun imbarazzo?
«Guardiamo al congresso milanese di Futuro e libertà con grande attenzione. Ci saremo. Cercheremo di ascoltare e capire, con una logica molto pragmatica. Non contano le ideologie ma i fatti: economia, Sud, Europa. Andare alle elezioni con tre poli come nel ‘94 sarebbe irresponsabile. E non credo che il terzo polo avrebbe grande spazio».
L’intervista ad Enrico Letta, per il Corriere.