Caro Gesù Bambino,
spero di essere ancora in tempo per una lettera che avrei dovuto scrivere prima ma che, complici piccole e grandi distrazioni, mi trovo ad inviarti solo ora. Del resto, temo di non essere il solo che a Natale, oggi, pensa alla festa ma quasi trascura il Festeggiato, che cerca regali per altri e a momenti si scorda il Regalo per tutti. Ma dato che comunque non sono certo il solo a scriverTi, taglio corto e vengo al dunque. Ti scrivo essenzialmente per due ragioni. Anzitutto – e non potrebbe essere altrimenti – per esprimerTi gratitudine per essere rimasto, e per essere pronto a tornare fra noi.
Vedi, in questo 2013 sono accadute moltissime cose – sono cambiati il Governo e il Papa, il tifone Haiyan ha devastato le Filippine e in Siria è quasi scoppiata la Terza Guerra Mondiale – ed ora in parecchi, disorientati da questo vertiginoso susseguirsi di eventi, avvertiamo il bisogno di qualcosa che non sia di passaggio, che resista al tempo e alla ruggine che, dopo un po’, rende vecchie tutte le mode. Ecco, Tu sei quel qualcosa, anzi quel Qualcuno. Perché se come i bimbi piccoli ancora non sai parlare, i tuoi occhi già donano un’Amore di gran lunga superiore a qualunque insegnamento.
Ti scrivo inoltre per farTi presente che no, stavolta non ho richieste particolari. Come sai, da piccolo compilavo nella mente la lista dei desideri, ma quando ho capito che sei Tu, caro Gesù, a desiderare noi al punto da farTi piccolo pur essendo il più grande; quando ho scoperto che il grattacielo più alto è minuscolo davanti alla grotta dove hai scelto di nascere, ho compreso che non c’è nulla da chiedere per il semplice fatto che nulla, dinnanzi a Te, merita ancora di essere chiesto. Nulla se non una permanenza paziente che Ti consenta, se puoi, di sorvolare sui nostri umani e spesso eccessivi limiti.
Questo perché l’atmosfera di questi giorni e lo stupore per la Tua nascita sono unici, ma il bello – o il difficile, a seconda dei punti di vista – verrà dopo. E’ infatti dopo, quando verrà rimosso quello nel salotto di casa, che sarà fondamentale allestire il Presepe nel cuore. E’ quando spariscono le luci colorate, che una Luce servirà davvero. E sarebbe magnifico, caro Gesù, se con le Tue piccole dita, quando verrà il momento, potessi guidarci ancora. In modo che la Tua nascita non venga dimenticata, che il Natale possa continuare e, per quelli adesso tristi o poco convinti, iniziare veramente.