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Lettera aperta all’Inviato Quotidiano sul caso Inzoli e gli otto prepuzi di Cristo

Creato il 02 gennaio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Incuriosito da due simpatiche telefonate, sono tornato a compulsare le ansimanti pagine elettroniche dell’Inviato Quotidiano. E ho scoperto, oh gioia, un articolo che parla di me senza nominarmi. Mah.

La cosa più strana è che l’ineffabile Inviato Quotidiano, nel quale lavorano miei ex colleghi, persone che mi conoscono anche da più di dieci anni, sostiene di non avermi rintracciato. Mi avrebbero chiesto informazioni con un’email e io non avrei risposto.

Resto stupefatto! Essi lo sanno bene che abito a Soresina! Perché non mi hanno fatto visita invece di dire che la mia mancata risposta è “molto strana”? Ho dato loro il mio numero di cellulare l’altr’anno, è sempre lo stesso, come quelli che conservo da dieci anni e non sono cambiati. Sono su Facebook e su Twitter. Tutti i giorni ricevo posta e rispondo.

E’ mutato invece da un mese circa il mio indirizzo email ed è per questo che i loro segugi non mi hanno trovato. Peccato.

Volevo aiutarli, ma visto che non riescono a vedere uno che non si nasconde, e che rende pubblica sul suo blog la sua nuova email (L’Inviato disponeva di un vecchio indirizzo email non più funzionante), come faccio? Se non trovano neanche me, come faranno a scovare la Verità sul Caso Inzoli? L’Inviato è l’unico a non trovarmi. Per questo, o Inviato, ti scrivo.

I vecchi burloni dell’Inviato hanno sbagliato Procura. Si sono rivolti a quella di Crema ma non è quella che interessa. Essi burloni – tali simpaticamente si possono nomare – vogliono farci credere che un prete presidente del Banco Alimentare, molto noto a Crema e assai potente, confessore pure di Formigoni, sparisce, nessuno dice dov’è, e…. nessuno nasconde nulla?

Ma davvero? Bettinelli, animo tutt’altro che religioso, guarda caso scopre anche la fede grazie a un prete spretato pur di mostrarsi all’altezza del proprio ruolo.

Io ho scritto un articolo sulla questione morale che riguarda questo caso. Il Piccolo Giornale l’anno scorso, ormai due, il 2011, aveva scritto un articolo sulla sparizione di don Inzoli.

Perché quell’articolo non è stato ripreso da altri giornali? Perché nessuno ha risposto alle domande del Piccolo Giornale? Questo è il punto. Ma l’Inviato deve difendere i poteri esistenti ovviamente accusando tutti i giorni chi non è amico dell’editore molto cattolico.

Come mai l’inchiesta interna, segretissima, della Chiesa, non avrebbe niente a che vedere con la l’assenza di don Inzoli, di cui dà conto il Piccolo Giornale? Vogliamo credere che l’ex Sant’Uffizio abbia spretato l’Inzoli con una precedura durata pochissimo tempo, che so, un mese? Che i “gravissimi motivi” sono solo di natura religiosa e non penale? Ma credete a quello che volete. La verità verrà fuori. La questione morale dovrete porvela davanti allo specchio. Non davanti a me o Inzoli. E non pensate solo a ubbidire ai capi. Pensate e basta.

Vedo che la questione morale non è stata per niente affrontata, anche se il sindaco di Crema Stefania Bonaldi il problema l’ha posto. Perché tutto questo? Perché tanto silenzio? Ha ragione il sindaco a chiederlo.

Ora l’Inviato dell’editore Triboldi, noto ultrà cattolico, vuole farci credere che c’era una strano malore che impediva al sacerdote anche di rispondere al telefono e dire due parole su di sé per rassicurare i cremaschi. Il “malore attivo” dell’anarchico Pinelli ha fatto scuola. Noto che Pinelli era un poverocristo e che è morto davvero, buttato giù da una finestra. Poi le sentenze a volte si sistemano per bene. Ma la vittima a voi non interessa. Voi siete iscritti al partito “I preti hanno sempre ragione”.

Altro esempio. Si è anche arrivati a far credere a milioni di persone che Giulio Andreotti è stato assolto perché innocente. Non è vero. E’ stato salvato dalla prescrizione. Non era innocente per niente. Davvero allora contano i documenti, se chi li legge li interpreta come gli pare? La propaganda ciellina ha fatto sì che un tizio simile sia stato divinizzato a Rimini. Io ho parlato di questione morale perché viviamo in un Paese enormemente immorale, dove le società quotate in borsa guadagnano parecchi milioni di euro in utili netti e distribuiscono i dividendi, ma si trovano poche persone, in media, che dichiarano 450mila euro al fisco. Il fiscal cliff degli Stati Uniti qui non si potrebbe mai risolvere. Altro che documenti, nel bel Paese delle Sacre Balle. Si venerano addirittura otto prepuzi di Cristo in Europa di cui in San Giovanni in Laterano. Non so se vi rendete conto. Otto prepuzi!!!! Tutti sicuramente documentati, come le Mutande della Madonna! Una reliquia anche quella!

il noto sacerdote ridotto allo stato laicale

il noto sacerdote ridotto allo stato laicale

Però il cattivo sono io, ovvio. Io poi sarei “molto legato alla sinistra”. Che significa? Non ho debiti né crediti con la sinistra, non ho tessere, non ho fatto giuramenti, non mi sono arricchito non ho cariche non sono niente.

Sono uno di sinistra, non ho chissà quale raccomandazione. Ho criticato varie volte la stessa sinistra moderata e furbastra. Ne volete sentire un’altra? Sono disgustato dal fatto che l’ex sindaco Corada (Pd) dopo aver inventato quel baraccone mangiasoldi dell’Apic, che costa ancora parecchio al Comune di Cremona, venga a farci lezione.

E io non dovrei dirlo perché sono di sinistra? Sarà Corada che, se non parla più di politica così spesso come prima, forse ha qualche problema politico, come l’Apic per citare il più evidente.

Ma se volete trovarmi non si fa fatica. Eravate giornalisti, no? In un mese mi potevate trovare anche se ho cambiato casella email. Bastava una telefonata. Ma l’importante non sono io, che non sono nemmeno nominato dal curioso articolo del signor B., forse per delicatezza o meglio per non farmi pubblicità: quel che interessa all’Inviato è buttare fango sul Comune di Crema. Come l’Inviato fa da quando è nato. Divertitevi. Non so chi vi crede. Il Comune di Crema ha alcuni problemi seri, ma state sbagliando obiettivo, come Pier Giorgio Ruggeri che sbaglia indirizzo email.

Ecco l’articolo originale dell’Inviato firmato B.

http://www.inviatoquotidiano.it/tempo-libero/il-caso-di-don-inzoli-linchiesta-della-diocesi-abusi-che-c%C3%A8-e-quella-della-procura

Non sono ciellino, ma conosco don Mauro Inzoli, il ‘prete in mercedes’. E lo stimo.

L’ho conosciuto da giornalista. E’ difficile fare il nostro mestiere e non imbattersi in una figura come quello di don Inzoli. E’ stato il presidente del Banco Alimentare e ha guidato l’Associazione della Fraternità. Iniziative che hanno superato i confini della città di Crema e si sono imposte a livello nazionale, coinvolgendo decine di migliaia di persone, famiglie, ragazzi e volontari.

L’ho conosciuto da fedele. Sono cattolico. Imperfetto. Prego poco e male. Ma in questo sono rimasto fedele all’educazione che ho ricevuto. Don Inzoli non era il mio parroco. Ma mi è capitato di ascoltarlo durante le celebrazioni. Le sue parole raccontavano di un rapporto stretto e ravvicinato con il soprannaturale. Un ‘tu’ fisico e tangibile. Mi hanno aiutato ad essere un cristiano migliore di quello che sono.

Sono un giornalista. E l’Inviato Quotidiano è un giornale che, per sua natura, non guarda in faccia a nessuno. Quando c’è la notizia, si scrive. Punto e basta. Per questo motivo abbiamo scritto di don Inzoli. E l’abbiamo fatto quando abbiamo avuto qualcosa di certo. Mi riferisco all’inchiesta tutta interna alla diocesi cremasca con i quattro ragazzi che hanno accusato l’ex parroco di Santa Trinità.

Le voci precedenti, che parlavano di arresti e di un’indagine in procura per appropriazione indebita, le conoscevamo da tempo. Abbiamo fatto delle verifiche. Non c’era nulla. Sappiamo che altri giornali, come il ‘Corriere della Sera’ e ‘Il giorno’, hanno tentato. A Crema, Milano e nelle altre procure. Invano.

Un blogger locale, molto legato alla sinistra, ha pubblicato qualcosa in merito, prendendosela con la stampa cremasca per non aver fatto il proprio dovere. Due figure di spicco della politica cittadina, il sindaco Stefania Bonaldi e il presidente del consiglio Matteo Piloni, hanno fatto altrettanto gridando allo scandalo.

Tanto per fare chiarezza, il nostro cronista, Pier Giorgio Ruggeri, il veterano della giudiziaria cremasca, ha contattato il blogger. Gli ha chiesto di fornire del materiale che lo aiutasse nel suo lavoro. Nessuna risposta.

La cosa è molto strana. Chi fa questo lavoro sa che le carte delle inchieste fra colleghi, soprattutto dopo che un giornalista si è assicurato lo scoop, girano. Ma il blogger non l’ha fatto. Perché? Lo invitiamo: se ha qualche carta che scotta in mano, ce la dia e noi la pubblicheremo dopo averne ovviamente verificato l’attendibilità.

Torniamo all’inchiesta della diocesi di Crema. L’ha scritto anche il Corriere della Sera, la colpa contestata a don Inzoli riguarderebbe la sfera personale. Abusi sui minori. Quatto giovani. La segnalazione è arrivata dalle famiglie, molto vicine all’ex presidente del Banco Alimentare che, come si sa, è anche una figura di rilievo del movimento di Comunione e Liberazione.

Siamo andati a fondo. Non ci sono stati atti sessuali. Nè ci sono filmati. O registrazioni. Ci sono le dichiarazioni dei ragazzi fatti alle rispettive famiglie che parlano di atteggiamenti equivoci.

Mi fermo qui. Ma ora, molto probabilmente, la Procura cremasca sarà costretta ad aprire un fascicolo sulla vicenda. Le famiglie e i ragazzi dovranno raccontare tutto al pubblico ministero. E, forse, ci sarà un processo pubblico. Tutti potremo sapere come sono andate le cose.

Ma, attenzione, sempre se ci sarà, sarà un processo per abusi sui minori. Non per appropriazione indebita o per altri illeciti legati ai soldi.

Alla Bonaldi e a Piloni, invece, voglio dire solo una cosa. Hanno sbagliato. Ma è comprensibile. Di mestiere fanno i politici e non i giornalisti. Piloni ha diretto i giornali del suo partito, ma questo non lo autorizza a criticare la stampa se non ha rispettato i tempi della politica nell’affrontare una vicenda complessa, dolorosa e dai contorni troppo incerti. Per noi esiste solo la notizia. Che si pubblica nel rispetto dei limiti dettati da una professione che segue regole precise e un codice deontologico. L’attività dei giornali di partito è un’altra. La notizia, in questo caso, è direttamente strumentale alla lotta politica.

La Bonaldi. Faccia il sindaco. E non veda negli organi di stampa una minaccia. Nessuno è qui con il fucile puntato. Nè contro di lei né contro nessun altro.

Roberto Bettinelli

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