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Lettera di Benedetto XVI: Odifreddi colpito e affondato

Creato il 15 ottobre 2013 da Uccronline

Lettera di Benedetto XVI: Odifreddi colpito e affondatoAbbiamo aspettato qualche settimana per parlare della lettera di Benedetto XVI a Piergiorgio Odifreddi, attendendo la presa di posizione di qualche intellettuale. Più volte abbiamo preso di mira il matematico torinese, bizzarro personaggio mediatico e affabile oratore. Dalle tesi estremiste e scandalose, ama da una vita insultare i credenti in Dio semplicemente per "vedere l'effetto che fa", senza mai crederci troppo alle bislacche teorie che si inventa per giustificare la sua avversione alla religione.

Per una volta ha voluto essere serio, ha scritto un libro di "introduzione all'ateismo" in risposta a quello di Joseph Ratzinger, titolandolo "Caro Papa ti scrivo". Benedetto XVI ha ricevuto il libro da un amico comune, lo ha letto e gli ha risposto. Odifreddi ha ricevuto la lettera di risposta emozionato come un bambino, "per la prima volta qualcuno mi ha preso sul serio" ha commentato incredulo.

Ratzinger in essa ha spiegato il senso della teologia: "Una funzione importante della teologia è quella di mantenere la religione legata alla ragione e la ragione alla religione. Ambedue le funzioni sono di essenziale importanza per l'umanità. Nel mio dialogo con Habermas ho mostrato che esistono patologie della religione e - non meno pericolose - patologie della ragione. Entrambe hanno bisogno l'una dell'altra, e tenerle continuamente connesse è un importante compito della teologia". La fantascienza, ha continuato il Pontefice emerito, è il credo di molti atei di professioni: "Il gene egoista di Richard Dawkins è un esempio classico di fantascienza. Il grande Jacques Monod ha scritto delle frasi che egli stesso avrà inserito nella sua opera sicuramente solo come fantascienza".

Parlando degli altri temi toccati da Odifreddi, come la pedofilia in ambito cattolico, Papa Ratzinger ha risposto: "Mai ho cercato di mascherare queste cose. Che il potere del male penetri fino a tal punto nel mondo interiore della fede è per noi una sofferenza che, da una parte, dobbiamo sopportare, mentre, dall'altra, dobbiamo al tempo stesso, fare tutto il possibile affinché casi del genere non si ripetano. Non è neppure motivo di conforto sapere che, secondo le ricerche dei sociologi, la percentuale dei sacerdoti rei di questi crimini non è più alta di quella presente in altre categorie professionali assimilabili. In ogni caso, non si dovrebbe presentare ostentatamente questa deviazione come se si trattasse di un sudiciume specifico del cattolicesimo". E non bisogna "tacere neppure della grande scia luminosa di bontà e di purezza, che la fede cristiana ha tracciato lungo i secoli". Odifreddi ha anche il coraggio di sostenere che Gesù di Nazareth non è mai esistito, ricevendo da Ratzinger una dura risposta: "Ciò che Lei dice sulla figura di Gesù non è degno del Suo rango scientifico [...]. Le raccomando per questo soprattutto i quattro volumi che Martin Hengel (esegeta dalla Facoltà teologica protestante di Tübingen) ha pubblicato insieme con Maria Schwemer: è un esempio eccellente di precisione storica e di amplissima informazione storica. Di fronte a questo, ciò che Lei dice su Gesù è un parlare avventato che non dovrebbe ripetere".

Davvero interessante quando Ratzinger colpisce al cuore la "fede atea" di Odifreddi: "se Lei vuole sostituire Dio con "La Natura", resta la domanda, chi o che cosa sia questa natura. In nessun luogo Lei la definisce e appare quindi come una divinità irrazionale che non spiega nulla. Vorrei, però, soprattutto far ancora notare che nella Sua religione della matematica tre temi fondamentali dell'esistenza umana restano non considerati: la libertà, l'amore e il male. Mi meraviglio che Lei con un solo cenno liquidi la libertà che pur è stata ed è il valore portante dell'epoca moderna. L'amore, nel Suo libro, non compare e anche sul male non c'è alcuna informazione. Qualunque cosa la neurobiologia dica o non dica sulla libertà, nel dramma reale della nostra storia essa è presente come realtà determinante e deve essere presa in considerazione. Ma la Sua religione matematica non conosce alcuna informazione sul male. Una religione che tralascia queste domande fondamentali resta vuota".

Tanti gli intellettuali che hanno approfittato di questo scambio epistolare per intervenire nel dibattito, molti per bacchettare a loro volta Odifreddi. Tra essi il filosofo Costantino Esposito, docente presso l'Università di Bari, che ha approfondito la stoccata di Ratzinger: "La religione atea del naturalismo materialistico, il regno dell'assoluta immanenza dell'uomo come misura a se stesso è anch'esso una fede, ma con il rischio evidente di essere una fede senza ragioni, e dunque un fideismo con sembianza di scientificità. E questo per un problema che in esso resta irrisolto, anzi, in definitiva, censurato. Il problema riguardo alla nostra libertà e alla stessa possibilità del male. Una Natura intesa come l'unico Dio rischia di essere ultimamente "vuota" e "irrazionale", se non aiuta a comprendere e soprattutto ad affrontare "il dramma reale della nostra storia". E soprattutto, una divinità naturalistica che si espande in forma matematica (come Odifreddi ripropone in una debole ripresa della posizione di Spinoza), come può illuminare la realtà più misteriosa e al tempo stesso più concreta della nostra esperienza di uomini, vale a dire la possibilità dell'amore, e soprattutto il nostro bisogno di essere amati per poter essere noi stessi? Benedetto rilancia, e Odifreddi, alla fine, accusa il colpo, stupito".

Anche lo storico laico Gian Enrico Rusconi è intervenuto e, come Benedetto XVI, non ha usato mezze misure per giudicare le (in)capacità storiche del matematico tuttologo torinese: "In realtà il destinatario della lettera si presta sin troppo facilmente alla lezione critica che gli viene impartita. Non è infatti difficile controbattere le ingenuità intellettuali del matematico Odifreddi, magari simpatico nel suo sfottente ateismo, ma poco consistente sul piano filosofico e storico". Davvero un brutto colpo quest'ultimo, conoscendo il noto narcisismo del Piergiorgio nazionale.

La redazione

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