Magazine Diario personale

Lettera di una studentessa come ce ne sono tante

Creato il 28 settembre 2010 da Manuelapeace

images2Quello che leggerete di seguito non è farina del mio sacco. Ho solo fatto copia-incolla. Mi sembra superfluo aggiungere altre parole a quelle della studentessa che ha scritto al quotidiano siciliano.

Buona lettura.

 

testata11

 

Sabato 25 Settembre 2010 Catania (Cronaca) Pagina 48

 

«Spiegatemi perché a 19 anni non ho diritto a un

futuronormale»

Indignata. Sono indignata. è l’unica parola che riesce ad esprimere il mio stato d’animo.

Indignata e piena di rabbia, piena d’odio nei confronti della nazione che mi fa da madre, ma che

assomiglia sempre di più ad una puttana d’alto bordo. Affascinante, bella, ricca, meschina e

manipolatrice. La mia nazione è diventata una nazione senza cuore. La mia nazione non ha più

amore per i propri figli. Non voglio più sentirla mia. Non voglio esser figlia di chi sta saccheggiando

il mio domani. Ho 19 anni, sono una studentessa, (o almeno lo ero, adesso chi lo sa) ho tutta la

vita davanti, ma in questa vita non vedo futuro. Ho perso un anno della mia vita come matricola in

una facoltà che si presenta per quello che non è, piena di fronzoli e paroloni, ma in fin dei conti,

dopo aver preso quel “pezzo di carta” (ormai senza valore) che chiamiamo laurea, non avrei avuto

alcuna possibilità di trovar lavoro.

Ho rinunciato agli studi ma con un obiettivo, entrare nella facoltà di Lingue e letterature moderne, a

Palermo. Son passati più di 3 mesi. 3 mesi di studio. 3 mesi di sacrifici. Ebbene, adesso mi ritrovo a

fissare il pc con i risultati del test d’accesso a questo corso di laurea. I posti: 222. I partecipanti: 900

circa. Io? 660esima. Fuori. Adesso, ditemi voi cosa dovrei fare. Certo, dovrei lavorare, si.

Trovatemelo voi un lavoro. “Voi” non so nemmeno a chi sia rivolto questo “voi”. Spiegatemi perchè

ormai “la laurea è necessaria, senza non si lavora” ma la maggior parte dei nuovi laureati non

trova lavoro.

Spiegatemi perché i test di accesso sono composti da domande a cui è quasi impossibile dare delle

risposte. Per far entrar solo chi lo merita? Solo chi studia giorno e notte? Ben venga! Allora

spiegatemi anche perché adesso, nel 2010, chi va avanti, chi lavora, chi guadagna bene è solo, e

ripeto solo, chi ha delle conoscenze, solo chi riesce ad aver delle raccomandazioni.

Il figlio del medico farà il medico, il figlio dell’avvocato, farà l’avvocato. Il figlio del contadino, rimarrà

un contadino o utilizzerà tutti i risparmi della famiglia per tentare di diventare un medico o un

avvocato. Ma molto probabilmente, verrà scavalcato dal figlio dell’onorevole di turno, o

dall’ennesima sgualdrinella che non avrà alcun problema a inginocchiarsi. Spiegatemi perché il

futuro di chi è nato potente dipende dai soldi e dagli amici di “papi”, e perché il futuro di una

persona normale, umile dipende da un foglio di carta in cui, per fare un esempio, la cultura

generale è rappresentata da domande del tipo “Chi era il conduttore di lascia o raddoppia?”.

Spiegatemi perché la meritocrazia in Italia non esiste. Spiegatemi perché le grandi menti italiane,

non hanno trovato posto in Italia, ma all’estero.

Voi che governate il mio Paese, spiegatemi perché ormai è diventato così impossibile e

impensabile essere onesti. Non lo siete nemmeno con voi stessi, ci state tagliando via dalla nostra

stessa vita, state sbarrando i nostri orizzonti, state mettendo dei limiti alle nostre vite. Questa non è

libertà, questa non è democrazia, state decidendo tutto voi, con le vostre stupide ed inutili leggi,

con i vostri stupidi ed inutili tagli. State portando il popolo italiano all’esasperazione. Padri e madri si

disperano perché non riescono a mantenere i propri figli. I figli si disperano perché non riescono

più ad esser fonte d’orgoglio per i proprio genitori. Io mi dispero, perché mio padre per farmi

 

studiare sta lontano dalla sua famiglia 10 mesi all’anno, e quello che gli sto donando adesso, è

l’ennesima delusione, l’ennesimo fallimento, l’ennesimo rifiuto, l’ennesimo calcio in culo da una

società che vive di corruzione.

Non mi fermerò, non continuerò a piangermi addosso, tenterò ancora e ancora e ancora, con la

certezza che saranno più le delusioni che le soddisfazioni. Io sono consapevole di quanto valgo, so

d’aver un cervello. Ma adesso il mio obiettivo sarà un altro: andare via dall’Italia. Non mi sento più

italiana. Non voglio più esserlo. La mia vita non è più qui.

Una studentessa umiliata dal sistema

La Sicilia http://giornaleonline.lasicilia.it/GiornaleOnLine/st…

25/09/2010

 


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