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[Lettere a Sancio] Tango in Stratford station

Creato il 27 giugno 2011 da Subarralliccu @subarralliccu


[Lettere a Sancio] Tango in Stratford station

Egregio Sancio Governatore d’Isole,

 un rovescio d’acqua e d’ombre nel dolore di questo Giugno liquido, a soqquadro le foglie i comignoli le vene i sanguinacci si contorcono il sangue si ribella si! Non c’e cuore non c’e’ cuore non c’e’ cuore, che tenga, o spompi le biologie in avanti, no! Gli spazi della terra sono andati, via! Le piogge dei tempi hanno smussato raschiato leccato le cortine degli oggetti delle genti dei pensieri,ah!

Ed ora e’ solo tango, un tango immenso, universale, lo vedi anche tu, lo vedono tutti, e’ sulla bocca di tutti, la bocca che sdiaframma e’ un lascito d’eterno piacere, gl’allucci che affondano tutte le pozzanghere della terra, un prillare si solleva, goccia dopo goccia inzacchera le gambe i ginocchi le inserzioni dei femori una scarica rorida si dipana nel sesso, converge, un’esplosione di calore il sangue non si muove non si muove non si muove, sospeso, scricchiano i budelli sgracchiano le coste! E’ un’esplosione di gabbie! Miliardi di Uomini! Volano! Col torace divelto! S’avvitano! Sbrodolano di piacere in questo teatro delle frattaglie sgioianti! Dissanguinanti muovonsi passi affilati come orde di sciabole arabescate stagliuzzano i compagni danzanti, li amano, li amano, la comunione e’ raggiunta! Tutto uno sfrusciarsi di cosce sui clitoridi! Velluti ionizzati come sismici bisbigli! Si regalano dolori di infimo calibro, carezze orgasmiche! Torture impercettibili al tatto! Ma l’anima, l’anima e’ libera prima che questo passo finale venga a piegarci, avremo il seno in fiamme, i capezzoli accesi come supernove, sara’ un abbraccio suicida l’ultimo fremito di piacere, saranno cento versi di cento poeti l’ultima parola del genere umano, l’ultima goccia di veleno, l’ultima posa prima che il cielo riappaia, le nuvole prendano il loro corso lutulento, i corpi si ricompongano, i pensieri s’agghiaccino, il sangue si sdisglutini e le case siano ancora case e le foglie foglie in questo dolore di liquido Giugno…

 …E allora vieni qua dolce Sancio, dammi la mano, dammi la mano che si va, si torna in quell’eterno brillare, io l’ho visto, so dove si trova, e’ ovunque…e l’Ovunque resiste come l’Ognuno…ma io ho il biglietto…la morte me l’ha dato in cambio dei miei anni e dei bottoni del tuo vestito a fiori…vieni Sancio, dammi la mano…poggia il tuo petto sul mio, sfiorami le labbra con le labbra parlami del silenzio, negl’occhi versami i mari del sud e le tempeste estive, che qui c’e solo pioggia, la pioggia verticale delle notti di cemento, dei tuoi passi nei tuorli di luce dei lampioni…mai…mai…mai…mai uomo fu perfetto come io sono, come io sono nel grembo delle tue solitudini…e allora…flettiamo l’immortale perfezione del marmo, per un attimo, per un attimo si…versami il mare negl’occhi, versami il mare negl’occhi…si comincia….

 …infiammato dalla coca il bullo rovista i passeggeri come ordinate carte di cioccolata sui banconi, dice che va a fottersi l’intera metropoli, sindaco birri strade tombini avvocati capitani d’industria postiglioni immigrati fiche profumate fiche lercie, se ne fotte lui! Tutti che guatano la punta delle scarpe il terrore l’imbarazzo la stanchezza! Ma scivolano le porte  l’aria e’ un’alitata fredda un piovasco fosforico, tuttinfila! Il mariuolo s’immerge nel gregge lascia una scia di deoderante alcoolico gl’incisivi stuprano la gomma americana, lui rimbalza nel mucchio di polpe spente, ha un desiderio profondo d’aggressione che gli scoperchia le unghie le scapole sono un crampo pronto ad esplodere, le nari-ci, le nari-ci, le nari-ci…aaaaahhhhh!Le narici condottifuribondidovelanimadiplutonioespelledemonigassosi! Si! Mpf! Mpf! Mpf! Le nari-ci! Sgnac! Sgnam! RRrrrrrrrrrr!

 Andiamo! Seguiamolo Sancio! Si tuffa nel condotto che porta alle barriere! Ah che gloria! Scaracchia in un tremito salivare! Ooooopla’! Lei evita i catarri in una giravolta, traballa il sarcofago che porta sulla groppa! Un contrabbasso monumentale….le sue mani Sancio, le vedi anche tu?! Fusi di carta velina dove le unghie son dipinte! Un essere gentile,trasparente…di quelle magrezze di bassoventre rigonfio…stitica poraccia! Ma che arte! Che flessuosi grassi parossismi viaggiano sui polpastrelli! Un lavoro partime per continuare a sognare…le generazioni le hanno lasciato solo dei denti giallini…ma non abbiamo tempo, non abbiamo tempo Sancio! Svirgola…ecco! Avvinghiami l’incavo del ginocchio sui lombi! Cosi! E guarda la’! Nella vetrina del pakistano i tremmezzini s’afflosciano come in una tela di Dali! I gamberetti sgocciolano dai lati! Il prosciutto s’e’ ingiallito ch’e’ na bellezza! Come i fogli di giornale stracotti dal sole! Qui no, qui invece svolazzano che alle barriere un vento di buriana stropiccia le notizie della sera…

…pene piu’ severe per chi offende di lama! La vedova di Eliot partecipa alla campagna di alfabetizzazione dei bimbi londinesi! Marmocchi illetterati! Il peso della massa sulle strutture scolastiche! Che tonfo! La Middleton ha scritto agli organizzatori di Wimbledon per dire che a le ci piace! Il tennis! Quella checca di Murray passa il primo turno dopo un sofferto primo set! Meno male c’e il coperchio sul centrale! Co sta pioggia! Solo 80 milioni di banane! I prati inglesi vanno protetti…Non lontano da qui un 60enne ha sforacchiato la mogliettina a coltellate! Veniva da una depressione post-infartuale! La nuora ha assistito alla scena per filo e per segno! I vicini! Una cosi’ brava persona! Ma via via non abbian tempo per ste bazzecole! Stanghiamoci Sancio! Il giornale e’ nato per informare i panciuti signorotti che conquistarono il globo! Quando i poveracci impararono a leggere inventarono i tabloid! Per disinformarli! Ecco l’origine degli sgorbietti dislessici! L’informazione! Ma guardalo…guardalo l’asiatico d’ufficio con che classe affonda l’indice su per la narice! Torna dalle profondita’ con un pegno! Un grumo solido placentato! Vediamo…vediamo…no…mica l’appallottola! Se lo tiene fra indice e pollice! Premuroso! Accorto! Rispettoso! Prendera’ a cincischiarci uscito dalla stazione…ma ecco che ci avviciniamo alle barriere…

..Il birro scruta lo sciame in un innuendo! Vede tutti non guarda nessuno! Abita appena fuori Londra in un complesso di architetture leggere, legni e mattoni stile Wright…ma su piu’ piani…e senza cascate…la mogliettina a casa lo aspetta per andare a dormire…il pargolo di sei mesi ancora fa le bizze la notte…la ginnastica di gruppo organizzata dal comune per i ventri in riassorbimento non serve, non serve a scacciare la clausura del parto della classe media…dimentichera’ i traccianti grigi dei volti sfreccianti a contatto con le lenzuola calde, lenzuola alla vaniglia…ma via! Via! Via Sancio! Che noi siam leggeri e dispersi come il vento che fuori avvolge il feto delle prossime olimpiadi!

Oltre il grugno diafano della stazione dormono i cantieri dello spirito decoubertiano! Sara’ un’altra Monaco? Un’altra Mosca? Un’altra Los Angeles? Gli slow motions dei muscoli in tensione i primi piani della gioia della sconfitta della pugnace sublimazione ah! Atttentati?! Mancate partecipazioni? Terrorismi di opposte civilizzazioni? Catastrofi nucleari che ci gongolano sul melone? Macche’! Mens sana in corpore sano! Amici, agonisticamente…si…ma nei cieli solari e marmorei di una costa greca! Tuniche, vini, filosofiche dissertazioni sulla traiettoria dei giavellotti! Ah! Come no! I greci sti barbari li conoscono solo per un paragrafo nei libri delle medie e per le banane che bisogna spendere per salvare il governo di Papandreu! Il titano Crono recise i genitali d’Urano scagliandoli in fondo al mare il sangue ed il seme si addensaron in forma di schiuma e galleggiaron fin nelle piagge di Cipro, ove Afrodite emerse dalle acque e dalla schiuma! Schiuma eri e schiuma ritornerai! Ma lasciamo questi millenni immobili Sancio! Siamo la belta’ rinnegata! Dead men dancing…

….Il cockney si stouretta in soliloqui bavosi! Indice e pollice a pistola…il pollice che digrigna in convulsioni…attende il 473 verso i cunicoli piu’ bui dell’East End… “Non t’azzardare a dirmi che devo rasarmi al mattino! Rasati tu con sta mano del cazzo troia! Non t’azzardare vecchia ciabatta! PUTTANA! CAGNA! I fagioli in salsa li ho comprati si! Si t’ho detto! Mostro tu e quel cesso di tua figlia! E lei che vuole…tutti sti stronzi…tutti sti stronzi in fila! Il 473! il 473! Ampf…sblup….nnnnngrash!” Il pollice che mai s’arresta! Continua a spingere il grilletto della sua colt immaginaria!

 Osserva! Osserva Sancio come Margerita raccoglie i petali avanzati al commercio del giorno! Di padre in figlia la baracca dei fiori! Un dono gentile per gli individui in affanno! Tulipani e rose per le mogli mestruate! Ciclamini per le nonne in menopausa! Mimose per le donne dimenticate, per la fecondazione di un corteggiamento! Ah! L’impollinazione degli spiriti d’alluminio! Le righe sugli zigomi incanalano il fumo della cicca che le pende all’angolo della labbra! Bluastre! Margerita! Vieni Sancio! In picchiata attorcigliamoci allo scheletro della baracca! Pieghiamo i ferri le plastiche  le carte le forbici il nastro, adesivo, Margherita, la paletta il raccoglitore la cicca i petali! Travolgiamo gli avanzi del giorno in un turbinio estatico! Guarda cosa puo’ fare l’amore Sancio! Dai! Intagliamo il ferro a suon di passi! Di libidine! Striscia l’alluce sull’asfalto! Cosi’! Raccogliamo tutto questo andare! Tutto questo venire! Il nostro tango e’ quell’istante che tutti sentono e nessuno conosce! L’Ovunque! L’Ognuno! Ecco lo stelo! Gira…sbracati! Scuoti il fagiolo! Destra! Sinistra! Ecco le spine! Ora il bocciolo Sancio! Volteggia volteggia volteggia! Arricciati! Riapriti! Sturbiniamoci! Stornadiamoci! Siamo un fuso impazzito! I sarti suicidi del ferro! Prende Forma! La baracca e’ una rosa! Siamo il centro d’un’implosione nucleare! Tutto s’assorbe nella danza! Nulla piu’esiste! E’ tutto nel nostro bocciolo d’acciaio! Bulli musicisti trammezzini, pargoli giornali, aristocratici bus malati di, mente, le olimpiadi  gli atleti dei secoli le nazioni le guerre, la pioggia il vento, il dolore di questo giugno liquido…

 …ora baciami…baciami prima che il viluppo sommerga i suoi creatori, ci assottiglieremo come bianche lamelle di seppia in questo drapp’oscuro…versami il mare negli occhi…versami il mare negli occhi…e’ persempre….


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