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Lettere al serial killer: la prova del cuoco

Creato il 24 marzo 2013 da Paolo Franchini

Aromatico Greg,

sono un cuoco della tradizione indiana e lavoro per quattrocentodiciotto dollari alla settimana presso la trattoria Garampurna, alla periferia di San Dimas, non lontano dalla strada dove quattro betoniere si scontrarono all’incrocio della scalogna,il luglio scorso.

Ora chi passa dall’incrocio, incrocia ancor più le dita. Il mio nome, al cumino piacendo, è Garam Masala. Le mie ricette sono rinomate in tutta San Dimas, per via delle spezie.

Meraviglie giunte dall’antichità. Nel locale,da qualche tempo, viene a cena un losco figuro, conosciuto come Banana Vadi. I suoi polpastrelli ungono la tovaglia come la mostarda nera e lui mi richiama dai fornelli con un fischio. In genere, fischia nel momento in cui sto mettendo due chili di burro nel tegame, per preparare il Ghi. Il Ghi, alla fine della cottura, deve essere trasparente e color oro pallido.

Banana Vadi si spazientisce e sbotta: “Ehi, chi stegama in cucina? Chi prepara il Ghi, forse Garam lo stempiato?”

E la gente ai tavoli se la ride grassa. Per Shiva, non posso tollerare questo.

L’altra sera, per tutti i piatti di portata, la tensione mi ha spinto a versare una tazza di zenzero sui semi di carvi e di sesamo. Il dessert al mango, che era lì vicino, è scoppiato, sparando pistacchi tritati fino all’incrocio delle quattro betoniere. Non ce la faccio più, amico Greg. Te lo giuro sulla testa della mia povera nonna Cannella Masala, che l’anima sua riposi in pace nel Paradiso dell’Aglio Zen.

Garam Masala, il dileggiato

 

Caro Garam,

in primo luogo, non sentire vergogna per le tue stempiature. Piuttosto, perché non provi a rimpolpare le tempie con qualche ricciolo di Ghi?

Scherzavo,ovviamente. Il caso, ancora una volta, potrà darci una mano.

Ho un mezzo amico, dalle parti di San Dimas. Un nano e il suo nome fa Liuk Polpetta. E’ titolare di una piccola scassatissima officina, dove sbarca il lunario sistemando betoniere. E’ così ghiotto di pollo alle mandorle da riscaldare il latte nella pentola del pollo alle mandorle. Così il latte prende il sapore di pollo alle mandorle. E mai viceversa.Vallo a trovare e digli che ti manda Greg, quello che ha passato al setaccio Sgroona, la venditrice di limoni.

Lui ti osserverà dapprima con diffidenza. Poi, sul suo viso, si stamperà il sorriso del deficiente. E ti dirà “Sgroona, al chiaro di luna”, una specie di parola di disordine. Nel giro di un paio di giorni, noterai al tavolo di Banana Vadi il nostro amico Liuk Polpetta. E se gli servirai pollo alle mandorle, lui ti chiamerà Garam Troppicapelli.

Greg

P.S.: Tu non ci crederai, ma nella betoniera di Liuk, nell’angolino a destra del magazzino, non è mai entrato un granello di calcestruzzo. A Banana Vadi non spiacerà giocare a carte morte con Sgroona la Setacciata e con il Terzo Incomodo, quel petulante di un noleggiatore di colombe per cerimonia.

 

Questa rubrica è ideata e curata da Carlo Cavalli. Nel caso, prendetevela con lui.


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