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Lettere al serial killer: lo scotennamento del vecchio Brown

Creato il 22 settembre 2013 da Paolo Franchini

Greg dentrounacella,

suppongo di farti cosa gradita raccontandoti dello scotennamento del capitano Brown ,del quale sono fiero discendente. Devi sapere che nel 1865, quando la guerra di Secessione si concluse, venne inviato al forte Laramie il colonnello Carrington con un reggimento che annoverava tra i suoi ufficiali il capitano Frederick Brown, arcinoto per il suo sconsiderato coraggio, per la sua profonda conoscenza degli Indiani e per il suo totale disprezzo verso di loro.

Cani rossi chiamava i Sioux, il biondo capitano che cavalcava un cavallo biondo, comunque di un grado più basso del suo.

L’audace Brown aveva una fissa : prendersi lo scalpo di Red Cloud, “nato nell’inverno in cui una stella passò con gran rumore”, a memoria di suo zio Coda Macchiata. Mentre a Washington aspettavano il sanguinoso simbolo della
vittoria, le truppe americane marciavano verso il nemico. Era il 6 dicembre 1866. Giorno, mese e anno pari, in genere, portano bene. Il terribile Brown se ne andò in avanscoperta con la sua pattuglia, perchè gli urgeva di zompare su
Red Cloud per scollargli il cuoio capelluto. In pochi minuti, secondo la testimonianza dell’unico superstite, rimasto con quattro delle dieci dita, il reggimento si fuse come un cero acceso.

Il biondo capitano rimase schiacciato sotto il suo cavallo e, per la regola delle intenzioni invertite, toccò proprio a lui di venire scotennato da Red Cloud. Fu la volta in cui miagolò, spaurito davanti a un cane rosso.

Quelli di Washington, a furia di aspettare, si scolarono qualche ventina di bottiglie di sidro. Ecco perché se la fecero addosso. Per la regola delle reazioni avvertite.

Mangus Brown

 

Sconfortato Mangus,

il mio saggio nonno paterno sosteneva che all’interno del forte si è forti, mentre fuori si rischia la ghirba. Il vecchio Brown si è trovato un diavolo per capello, pace alla chiomazza sua.

Devo confessarti che, personalmente, ho sempre tifato per gli Indiani. Per via del calumet, per cui nutro una seria venerazione. La forma più classica è una ’T’ rovesciata, con l’asta verticale che diviene orizzontale.

Ho sempre fumato il calumet allorchè ricevevo un ospite. Beh, in genere una ospite.

La pipa passava di mano in mano e se ne aspirava, con voluttà, una boccata.

Conservavo il tabacco in un sacchetto guarnito di frange.

Erano le frange di Bessy, Lilly e Wonda.

Un serial killer porta quasi sempre con sé il calumet. Quello della brace, non della pace.

Tuo Greg

 

Questa rubrica è ideata e curata da Carlo Cavalli. Nel caso, prendetevela con lui.


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