Letture in pillole, di carta e di pixel

Creato il 01 dicembre 2012 da Unarosaverde

“La doppia vita di Vermeer”, di Luigi Guarnieri, per scoprirsi a fare il tifo per un grande falsario e restituire alla biblioteca Il maestro di Delft, di Anthony Bailey, che si perde in tondo nella storia d’Olanda.

“Piccoli suicidi tra amici”, di Arto Paasilinna, regalatomi con leggero imbarazzo da una persona da cui non aspettavo nemmeno gli auguri, quasi con tono di scusa, “è la mia copia, non è nuovo”,  per rendere meno importante il gesto, graditissimo, e scoprire un altro autore con cui trascorrere qualche ora piacevole.

“Casual Vacancy”, di J.K. Rowling, che procede con molta lentezza, tra un volo e l’altro, con le briglie tirate perché, se mi lasciasi prendere, non uscirei di casa fino all’ultima pagina.

“La filosofia della composizione” di Edgar Allan Poe, arrivato fresco fresco, sempre per regalo, ieri nel tardo pomeriggio perché a me piacciono le perle rare, questi libri che se ne stanno nascosti dal clangore dei best-sellers.

“Io e Dio”, di Vito Mancuso, che non va né su né giù da mesi probabilmente perché il tema che tratta, in questo momento, è molto lontano da dove ruotano i miei pensieri.

La grammatica di spagnolo livello C1 che sta aspettando, ormai impaziente e accusatrice, da settimane, che io mi decida ad aprirla e a non sprecare l’opportunità di studiare per un esame mentre sono costretta a parlare una lingua straniera con così fitta frequenza.

“The discovery of Jeanne Baret” di Glynis Ridley, regalo del compleanno dell’anno scorso, che mi aspetta ancora ma con pazienza.

E la mezza montagna di libri di carta in coda, dietro questi, che, man mano leggo, se non lasciano il segno, stanno finendo in uno scatolone della taverna. Li vedrete comparire su questo blog, prima o poi, allineati in una bella lista, in vendita per il 25% del prezzo di copertina, sconti ulteriori a quantità, spedizione piego di libri, perché sto continuando a fare spazio intorno a me e perché, ormai – se la corrente non va via – qui l’e-book ha preso saldamente dimora.

Meglio così, che, come scrivevo tempo fa, lasciare i libri da soli.


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