Non posso farci nulla se molte letture interessanti le trovo sul sito di LE PAROLE E LE COSE. Questa poi, leggibile interamente qui, visto che nei nostri commenti si va parlando di piscanalisi e di inconscio, mi pare particolarmente degna di attenzione. Ho ripreso il titolo del post e riporto, oltre a uno stralcio, anche il cappello di presentazione del libro in questione: “Christoph Türcke è uno dei più importanti filosofi tedeschi contemporanei. Erede della Scuola di Francoforte ed ex parroco luterano, Türcke è noto al lettore italiano per Violenza e tabù (1991), Sesso e spirito (1995) e La società eccitata (2012). Rosenberg & Sellier ha da poco pubblicato Il sogno di Gesù. Psicoanalisi del Nuovo Testamento (introduzione e traduzione di Tomaso Cavallo), un saggio sulla figura di Gesù e sul significato del cristianesimo come sedimento inconscio dell’Occidente contemporaneo. Questa è la premessa che apre il libro. Il titolo è redazionale”.[E.A.]
Con un’urgenza imprevista il nuovo conflitto Est-Ovest rimette effettivamente in gioco dimensioni «viscerali», alimentando il sospetto che lo spirito del cristianesimo soffi e spiri con una forza molto più grande di quanto si potesse pensare, svolgendo altresì, per il ricambio organico del mondo high-tech, una funzione costitutiva decisamente più marcata di quanto lascerebbe supporre la smunta presenza in superficie della sua quotidianità. Per mettere qui la situazione in chiaro, sarebbe necessaria una nuova «aruspicina», all’altezza della metodica scientifica; in altri termini: all’altezza di una ermeneutica del profondo, sensibile nei confronti dei processi mentali di ruminazione e sedimentazione.
Ma, anzitutto, per poter analizzare le «viscere» cristiane del mondo occidentale, è indispensabile scrutare con occhio attento le «viscere» del cristianesimo. Perché anche il cristianesimo le possiede. Al di là delle sue figure percepibili, sottocutaneamente pulsa una sua intensa vita vegetativa interiore. Ed è lì che vagano i suoi desideri. Il desiderio è sicuramente la forma di pensiero più primitiva, più emotiva, ma anche la sua forma più intensa e il cristianesimo è whisful thinking in misura particolarmente accentuata. Le sue testimonianze più antiche – gli scritti neo-testamentari – costituiscono però solo l’involucro esteriore della sua intima vita desiderante, in modo assolutamente analogo a quanto accade con il sogno. Ciò che viviamo e raccontiamo come sogno ne è sempre e solo la facciata. L’elemento decisivo ha luogo ogni volta alle sue spalle: là, dove regnano i cosiddetti «pensieri onirici latenti». Ossia, quelle forze desideranti che costituiscono il sogno e che, in qualche modo, si esprimono nel suo contenuto manifesto ma, al contempo, vi si nascondono. La loro scoperta fu una delle conquiste decisive di Sigmund Freud che, al fine di raggiungere il nucleo incandescente del sogno, approntò una specifica strumentazione. In questo nostro saggio il metodo freudiano si rivelerà, sorprendentemente, di grande utilità per risalire al cuore desiderante del cristianesimo e per cogliere ciò che ne derivò come sogno ad occhi aperti, in grado di incidere sulla storia e modificarla[2]. A essere precisi, i focolai di desiderio che qui si alimentano vicendevolmente, ma che occorre distinguere, sono due. Il primo si accese tra i discepoli di Gesù, inducendoli a proclamare la risurrezione del loro Signore e Maestro crocifisso. Ma l’altro, era divampato in cuore a Gesù. Il primo diede vita al sogno cristiano di Gesù, l’altro costituiva il sogno di Gesù. L’esegesi neo-testamentaria ha ormai arato e rivoltato, sino allo sfinimento, le sue fonti testuali: finora, tuttavia, le è riuscito assai meno di cogliere i pensieri onirici latenti del cristianesimo.