Le storie brutte insegnano a scrivere quelle belle. Quello che è successo a Marsciano ci lascia tutti con le ossa ancora più rotte; la violenza della giungla è dura, durissima da digerire per chi ancora non è del tutto un animale. Dicono che questa volta si poteva evitare, che l’omicida aveva un lungo curriculum di denunce a proprio carico. Le forze dell’ordine, però, poco potevano fare. Per minacce non si va in galera. Col perdurare della crisi, la violenza ci si sta avvicinando sempre di più. C’è tanta gente che non ha più nulla da perdere, la culla perfetta per far crescere la follia. Ci hanno, ci siamo, isolati e impoveriti. Già più di dieci anni fa c’era chi urlava questa fine annunciata, questo impoverimento non solo economico. Allora le forze dell’ordine e lo stato seppero dare una risposta: ci presero a bastonate. In tanti si girarono dall’altra parte, quella violenza sembrava lontana e senza senso.Oggi ce l’abbiamo in casa.
Eccolo l’insegnamento: siamo più poveri, ma sappiamo qual è la via della ricchezza. Dando qualcosa da perdere a chi non ha niente, la violenza sparisce.
Eccola la bella storia: Roberto è morto perché ha offerto ospitalità ad una sua dipendente in preda alla paura, minacciata dall’ex marito. Ci servono uomini così per rendere bello questo paese.