Provo a spingere le riflessioni – di Rachel, di Antonio - verso un punto di non ritorno: la nostra è l’era dell’Umanesimo Social (Network) Based ?
E’ la domanda.
Se si mette in dubbio la rapidità come fattore chiave di successo, si possono destrutturare tutti i Critical Success Factors di inizio millennio: leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità, consistenza.
Le lezioni americane, quel diavolo visionario di Calvino. Uno scrittore vedeva il futuro, un umanista immaginava il mondo.
Proviamo a (ri)partire da qui, superiamo i CSF di inizio secolo, anche quel concetto di liquidità in cui abbiamo galleggiato per anni prima di capire chi siamo. Siamo umani, difettosi e perfettibili, siamo animali sociali, la macchina è umana, abbiamo i mezzi per moltiplicare il valore delle nostre relazioni sociali. Il nuovo umanesimo non è democrazia, è interesse condiviso.
Questa è la battaglia, social networks vs old business: una visione del mondo globale, orizzontale e multilevel affronta uno status quo globale, verticale e controllato.
Risulta francamente difficile pensare ad un’azienda i cui dipendenti, oggi, possano entrare in relazione con i clienti fuori dai vetusti schemi di un customer relationship management imposto dall’alto, con tecniche di mercato da imbonitore o seduttore di periferia più che da partner commerciale. L’azienda resta un organismo multicellulare selettivamente permeabile, famelica di profitto a brevissimo termine.
Risulta difficile, eppure è doveroso farlo: proviamo a vedere, immaginiamo il business social based.
Social based vuol dire trasparenza: non ti nascondo niente del prodotto o servizio che ti offro, perché sei tu a determinarne il valore.
Vuol dire accessibilità: tra me e te è facile intrecciare relazioni, perché abbiamo un interesse comune.
Vuol dire continuità: il mio profitto è la tua soddisfazione, durevole nel tempo.
C’è qualcuno che vede quello che vediamo noi?