Magazine Diario personale
Il vostro lavoro è una missione, a volte commentano i pazienti che ci vedono sudare sette divise tra le corsie dei nostri reparti, e non perché, a mio avviso, assistiamo le persone e le accompagniamo con dedizione nel percorso tra la malattia e si spera la guarigione, ma piuttosto perché abbiamo a che fare quotidianamente con i nostri “eternobambinomedici”, (che d’ora in poi per comodità narrativa chiameremo bamby), perché ancora sono ormeggiati, e non vogliono abbandonarlo, a quell’atavico ruolo scalfito nel DNA della professione infermieristica che ci trasforma ai loro occhi e in base alle situazioni in diversi ruoli. Vediamo quali:
1) segretarie, 2) mamme, 3) badanti senza accompagnamento o relativa legge 104, 4) cameriere, 5) centraliniste, 6) colf con permesso di soggiorno ma senza contributi, 7) per taluni nelle fantasie più recondite addirittura conigliette di playboy, 8) filippini gli infermieri maschi o compagni di calcetto o di bici in base alle attitudini, e comunque è sempre la donna infermiera a fare la parte del leone perché si presta bene anche al ruolo di filippina e non sa giocare a calcetto. E chi più ne ha più ne metta.Questi eterni bambinoni fuori dalle loro case un po’ disorientati hanno bisogno d’essere “amorevolmente accuditi”. Noi speriamo che la ricerca possa fare dei passi da gigante per capire quale oscuro meccanismo scatta nei meandri dei giochi neuronali e perché una volta varcata la soglia dell’ospedale questi bamby non riescono a fare più nulla da soli, come se le mani, gli occhi, le orecchie, persino le papille gustative perdessero le loro funzionalità.Vediamo nel dettaglio.Chi non si è mai trovato di fronte ad una o più di queste situazioni e/o quesito che il bamby di turno ti porge? Che numero di telefono ha, ad esempio l’ortopedia? Di fronte a questa domanda tu rimani interdetta tra lo stupore e l’accensione e/o elaborazione del tuo computer interno, cosicché indossi la cuffia, ti sistemi in una cabina con in mano il pulsante e cerchi di dare risposta a questo quesito sperando di poter vincere qualche euro in più da poter sommare alla tua misera busta paga. La verifica al quesito può farla anche il bamby ruotando di soli 30 gradi il capo perché alla sua sinistra c’è, in lettere cubitali, tutto l’elenco telefonico dell’intero ospedale.In via d’estinzione, fortunatamente, sono quei bamby senior che quando arrivano ti chiedono il caffè. Ora, a me il caffè me lo porta mio marito a letto, che cosa ti fa pensare che mi faccia piacere prepararti la tazzina quotidiana? Se vuoi vado anche a comprarti il giornale così facciamo servizio completo.Oppure: mi chiami il dottor tal dei tali, che tu non sapevi della sua esistenza fino ad un attimo prima della richiesta, né tantomeno dove sia ubicato sto tal dei tali, e te lo chiedono mentre tu sei indaffarato tra padelle, flebo, terapia e vitto (si, perché l’infermiere ha la capacità di passare velocemente dalla padella alla scodella dopo aver ovviamente applicato la procedura del lavaggio delle mani), e ti chiedi se il malcapitato bamby abbia avuto una frattura improvvisa del carpo, metacarpo, falange, falangine e falangette perché se così fosse invece del medico tal dei tali si può chiamare direttamente l’ortopedia di prima.Oppure: mi puoi fare questo fax? Come se tu avessi una specializzazione in faxologia.Oppure: dov’è l’ecografo? (o qualsiasi altro strumento che i bamby utilizzano in base al reparto d’appartenenza). Dove vuoi che sia, nella mia tasca? Anzi, l’ho dimenticato nell’armadietto dello spogliatoio o forse l’ho riposto inavvertitamente nel portafoglio. Come se tu avessi con l’ecografo un rapporto privilegiato, amicale, prima di muoversi sulle quattro ruotine ti comunica il suo spostamento. Se ci dotate di un tom tom di quelli satellitari, ve li possiamo trovare in un batter d’occhio. Dove vuoi che sia l’ecografo? E’ esattamente dove l’hai lasciato tu che l’utilizzi.Oppure, chi non ha mai visto trasportare per le vie dell’ospedale strumenti o macchinari, a volte anche pesanti, da infermieri spesso donne non più giovanissime con un bamby, magari neo-assunto, che fa da battistrada davanti? Non è un bel vedere ne tantomeno galante.Oppure: dov’è la cartella della terapia? Eccezionalmente oggi l’abbiamo poggiata sul carrello della terapia!O ancora: mi prendi il foglio del diario medico, mi colleghi la presa dell’ecografo, anzi, lo vai a prendere, lo metti vicino al letto del paziente e lo accendi, mi gratti la schiena, mi fai il solletico ai piedi, mi sventoli….ohhh…insomma non è possibile che dobbiamo stare sempre all’erta per difendere il nostro ruolo cercando di schivare, senza urtare le sensibilità di nessuno, questi piccoli abusi di potere, piuttosto non ce lo devono proprio chiedere ( la prospettiva cambia notevolmente). Noi non gli chiediamo di mettere una padella, o di rifare un letto (nemmeno quello dove loro riposano), di darci una mano nel movimentare un paziente, di tenere il braccio mentre faccio un prelievo, di porgermi un termometro, di dare dell’acqua agli assetati, di rispondermi ad un campanello perché siamo tutti impegnati in altro, di alzare la cornetta del telefono (appunto questo oggetto a loro sconosciuto), etc, etc.Ci si chiede perché tutto quello che fa l’infermiere può essere sospeso e decade d’importanza agli occhi dei medici come se fosse di second’ordine, ovviamente non parlo dell’emergenza dove collaborare è necessario, ma appunto delle piccolezze che possono sbrigarsi anche da soli senza essere accuditi. Noi assistiamo i pazienti in tutti i loro bisogni ed anche il solo parlarci assume tutta l’importanza del momento, e quel preciso momento è del paziente e nessuno ha diritto di toccarlo, nemmeno il “bambyprimario”.Le eccezioni ovviamente ci sono, e menomale.Consiglio: prendiamo lezioni di calcetto.