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Corto: "Prof"
'povna: "Come stai, Corto Maltese?".
Corto: "Come si può sentire uno studente quando mancano due settimane prima dell'inizio della scuola".
'povna: "Ti devo correggere" - interviene maligna la 'povna - "prima dell'inizio della quinta. Per il resto, immagino, mi ricordo come mi sentivo io".
Corto: "Ha presente quando hai già l'impressione di aver dato e che a quest'ora dovevi già aver finito: la sensazione è quella".
Corto Maltese (è noto) ha sbagliato scuola come più non si potrebbe e a fare quelle materie ingegneristiche si è annoiato (con la certa parziale eccezione del biennio) ininterrottamente, dall'inizio della prima. "Cioè mi sa più di punizione che di studio" - aggiunge infatti, giusto per completare l'opera.
'povna: "Capisco, il fatto che sia una scuola che non ti piace tanto, certo, non aiuta".
Corto: "Ormai è andata così" - alza lui filosofico le spalle - "non è (più) tanto questo che mi sdubbia. L'unica cosa che rimpiango è il fatto dell'inglese".
'povna: "Su quello, come darti torto?" - scrive rapida la 'povna, per aggiungere, titubante - "però se ti va potresti provare a fare un corso buono comunque. Se vuoi, tanto per cominciare, inizio a parlarti sempre in inglese io".
Seguono svariati minuti in italo-anglo-tedesco (la nonna di Corto è crucca e ogni tanto lui e la 'povna si dilettano a provare scambi nella lingua di Goethe). A un certo punto Corto però interrompe il gioco per tornare all'italiano, chiaro e esplicito: "Prof., ma, mi chiedevo: e se una specie di corso me lo facesse lei?".
'povna: "Sarò sincera, Corto, te lo stavo per proporre. Esitavo solo perché non mi sembrava bello parlarti di lezioni e ore in aggiunta mentre mi dici (e giustamente) che non hai voglia di rientrare".
Corto: [Faccetta sorridente]. "No, no, mi piacerebbe". [Incertezza]. "E poi, visto che occuperebbe una parte del suo tempo, io posso pagare".
'povna: "Corto Maltese, se mi paghi lezioni, guarda che non accetto. Lo faccio perché mi fa piacere e mi diverte. Poi, tranquillo, il tempo in qualche modo lo troviamo".
Corto: "Allora, se lei è sicura che non è un disturbo, per me sarebbe un gran piacere".
'povna: "A posto, Corto, sta' tranquillo. L'unica cosa, e mi sembra corretto ricordartelo, in questo modo il corso non ti darebbe credito, per l'esame e per la quinta. Ma lo sai..."
Corto: "Non mi interessa. Certo, all'esame ci tengo, ma poi, chi si è visto si è visto. Tanto io dopo me ne voglio andare. Perché sa, prof., ho dato un occhio in rete, ultimamente. E all'estero un po' di lavori ci sono. Però ovviamente la lingua te la chiedono, e, insomma, la devi sapere!".
'povna: "Certo, Corto. Se sai davvero l'inglese, puoi scegliere meglio. E in ogni caso trovi molto di più. Io intanto penso a un buon libro di grammatica, un po' di film in lingua che siano interessanti, tanta musica. Poi, quando la scuola inizia, decidiamo il giorno giusto. Vedrai, ci divertiamo".
Corto: "Ottimo [faccetta sorridente]. Facciamo che dopo la scuola mangio lì e poi mi fermo al pomeriggio. Bene, allora grazie, è deciso".
Così si scrivevano la 'povna e Corto, in un pigro pomeriggio, quando ancora l'estate era intensa e l'aria chiara. E - anche se spesso per strade poco frequentate e sghembe - quando elaborano un complotto, loro due, amano portarlo a termine. Dunque, mentre il buio dell'autunno si affaccia pressante alle finestre - e non è più tempo di vestiti svolazzanti e sandali, scacciati dall'arrivo petulante di scarpe chiuse e di calzini - questo pomeriggio la 'povna e il suo alunno prediletto hanno occupato la scuola, dopo un veloce pranzo. E, sotto lo sguardo benevolo della custode Linda, si sono rintanati in aula informatica. Esercitando, con reciproca soddisfazione, dalle due alle quattro, il loro talento di conversatori folli sulla bella lingua di Albione.
It's gonna be a very interesting year. Yes, indeed.
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