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Liberalizzazioni contro le lobby

Creato il 25 gennaio 2012 da Mondoinformazione @matteopartenope

Il New Dial del governo tecnico.

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Difficile capire se queste semplificazioni colmeranno il deficit di liberalizzazione portandoci  ad un aumento della concorrenza. Le stime sono intangibili, e sono appunto mere ipotesi. E’ chiaro che le liberalizzazioni sulla carta dovrebbero sfoltire i prezzi e dar un maggior benessere al consumatore: nel lungo periodo si dovrebbe intravedere un incremento della competizione nei vari settori.

Perché non si sono mai rimodernate strutturalmente alcune corporazioni professionali? Uno dei fattori principali è il fatto che da sempre hanno avuto una barriera che li distingueva per l’efficienza. Una corporazione esisteva proprio perché si premiava il merito  per aver raggiunto professionalità e competenza. Ecco, ora per molte categorie funzionalità e fiducia non ci sono più, e le corporazioni sono viste più come lobby e monopoli che peccano di incisività. I più bersagliati per immoralità sono certamente i notai e i farmacisti.

Purtroppo però l’etica e la politica si scontrano: certamente lobby – i gruppi d’influenza che cercano di difendere interessi costituiti- e partiti politici tenteranno di flettere e smorzare l’ efficacia del decreto sulle liberalizzazioni. Bersani è stato un piccolo e minuscolo precursore delle liberalizzazioni, con ‘le lenzuolate’, termine infelice coniato da non so quale pseudo – giornalista. Ma tutto passa sottovoce per non scontentare fette di elettori che potrebbero passare dall’altra sponda. E per fortuna un governo tecnico non ha come primo obiettivo nascosto la sua rielezione per altri 5 anni, altrimenti il capitolo liberalizzazioni non si sarebbe nemmeno nominato.  Si è sempre rimandato per la forte impopolarità che piegherebbe subito il consenso dei cittadini. Si è sempre promesso, accennato, ma mai fatto nulla.

E invece il Ministro Passera dichiara  “Abbiamo già cominciato, rafforzando l’Antitrust e aprendo ulteriormente il settore del commercio. Andremo avanti con un decreto al mese. Anche più di uno. Non solo sulle liberalizzazioni, ma su tutti i temi della crescita. Per l’apertura dei mercati. E contro le rendite di posizione”. Sarebbe un gran toccasana liberalizzare notai, farmacisti e benzinai.  Ora entro 60 giorni il decreto legge dovrà essere convertito in legge dal Parlamento, altrimenti decadrà. Starà ai deputati mettersi la mano sulla coscienza e avvallare ancora questo governo che sta cercando di rimettersi in carreggiata dopo i numerosi tagli al Paese.

Sembra che Mario Monti proceda calmo e con fermezza al suo ‘new deal’. Si nota infatti che, al pari della Grande Depressione del ’29, anche nel 2012 la storia si ripete per l’ ennesima volta. Cambiano i personaggi, il resto sembra una fotocopia.


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