Chi conosce il carattere deciso di Ellen Jhonson Sirleaf e la sua franchezza, magari anche solo per averne letto la biografia dal titolo "Un giorno sarai grande”, tradotta un anno fa anche in italiano ed edita da "add editore#25", in Torino, non si meraviglia affatto dell’iniziativa che l’ha spinta a sciogliere rapidamente, non appena ha avvertito “puzza di bruciato”, il consiglio di amministrazione di quella che, in Liberia, è l’Autorità per lo sviluppo forestale.
Inoltre, subito dopo, sono state sospese dalle attività alcune imprese impegnate nel settore e severamente sanzionati i funzionari pubblici coinvolti, perché rei di corruzione.
Tutto, infatti, ruotava intorno a quell’ affare molto lucroso, e presente purtroppo un po’ dappertutto in Africa, che è l’esportazione illegale del legname.
E questo significava e significa, se non si hanno gli occhi ben aperti,sicurissimo depauperamento dell’ambiente forestale e boschivo del territorio nonché scomparsa di piante endogene anche rare.
E la Sirleaf, a quel che riferisce la stampa locale, non si è limitata solo a quanto riferito sopra ma ha anche creato una commissione apposita, in seno al ministero di Giustizia,per procedere con ulteriori indagini e rinviare a giudizio i colpevoli.
Poiché la presidente Sirleaf non è una persona abituata a fare sconti, nemmeno agli amici, rischia grosso anche Florence Chinoweth, attuale ministro dell’Agricoltura, in quanto lei doveva sapere, essendo a capo del consiglio di amministrazione dell’Autorità per lo sviluppo forestale.
Un plauso alla presidente e anche alla donna coraggiosa per questa lodevole iniziativa, dunque.
E la speranza che altre autorità politiche, in altri Paesi africani, operino alla stessa maniera non appena sorgano sospetti.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)