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Libero Arbistrio - Caterina Armentano

Creato il 22 gennaio 2013 da Frencina
Libero Arbistrio - Caterina ArmentanoTitolo: Libero Arbitrio
Autore:  Caterina Armentano
Editore:  0111 Edizioni
Pagine: 196
Data di pubblicazione:  26 Novembre 2010
ISBN: 9788863073287
Prezzo: 15.00 €
Sinossi:
In un paesino della Calabria, un luogo non ben definito, dove lo spazio simbolico prevale su quello reale, inizia l'intreccio delle vite di alcune donne che vivono nello stesso condominio. Loro si aiutano, si odiano, si invidiano, fanno comunella tra loro.
Ogni donna ha una caratteristica ben specifica: Miriam desidera partecipare ad “Amici” nonostante abbia superato l’età e digiuna se Gigi d’Alessio tradisce la moglie. Gianna abortisce di nascosto dal marito perché non desidera più avere figli. Cosima è convinta di meritare un marito dittatore e crudele e non si rende conto che sua figlia, adolescente, ha una vita sessuale attiva e usa spesso la pillola del giorno dopo. Raffaella vive sempre storie sbagliate perché desidera al più presto sposarsi. Marianna non accetta le convenzioni di una società che la vorrebbe sposata e accasata con un ragazzo che lei non ama.
Questi frammenti di vita sono il contorno della vera storia, raccontata da Rebecca, colei che porta in seno la maledizione che le fa perdere i figli prima che nascano. Rebecca narra la vicenda di Ester, la sua migliore amica, colei che vota la sua vita a un sogno che l’ha travolta e perseguitata per tutta la vita: in una notte catartica e senza luna, a Ester sembra che le membrane del tempo si siano squarciate, offrendole la possibilità di sbirciare nel futuro e consentendole di vedere il volto della sua futura bambina. Ma si accorgerà ben presto che questa meravigliosa visione resterà ciò che era, cioè un sogno e che, al contrario, la realtà ha in serbo per lei un tragico finale. 

Come dicevo ieri, credo che spesso siano i libri a scegliere noi e sono fermamente convinta che in questi casi la lettura non ci lascerà mai insoddisfatti. Ma ci sono anche casi in cui siamo noi a scegliere la lettura e, in questo caso, il risultato finale è un terno al lotto.
Questa premessa non per dire che questo romanzo non mi sia piaciuto, ma sono sicura che se lo avessi letto in un altro momento, tra qualche anno magari, o all'inizio dell'anno scorso, le mie impressioni sarebbero state completamente diverse.

Protagoniste di questa storia sono una compagine di donne, più o meno amiche e più o meno imparentate, che vivono in un piccolo paese della Calabria. Ciò che le lega tutte è la maternità: alcune cercano disperatamente di avere figli ma non ci riescono, altre i figli riescono ad averli ma non li vogliono e ricorrono all'aborto.
Tutte si conoscono, tutte si incontrano spesso per le scale del palazzo o a casa di una di loro per parlare, o più spesso, sparlare, di questa o di quella persona. Ma sovente questi ritrovi tra amiche sono anche un rifugio, uno modo per scappare alle continue violenze fisiche e mentali di un marito decisamente despota che pretende di comandare la moglie e di decidere della sua vita.
I temi trattati in queste poche pagine e le vicende narrate sono parecchie e riassumerle tutte toglierebbe in  voi il gusto di leggere il libro, ma mi è anche difficile riassumerle perché ho trovato la narrazione un po' contorta: secondo me l'autrice non è riuscita appieno a gestire tutti i personaggi che ha inserito nel romanzo e ha creato parecchia confusione perché spesso non riuscivo a capire chi parlava di cosa e, soprattutto, dove si volesse andare a parare.
E questa era l'analisi oggettiva. Per quel che riguarda l'analisi soggettiva devo ammettere di avere un po' di difficoltà nel perché vuol dire entrare parecchio nel mio privato e personale presente e nel mio passato. 
Non condivido il volore un figlio a tutti i costi perché sono convinta che ad un certo punto di venti un capriccio e, quando il figlio arriva, a lungo andare diventa un incomodo da dover accudire per forza e mal volentieri.
La questione dell'aborto è estremamente delicata e credo che nessuno possa giudicare una donna che decide di non dare la vita al figlio che porta in grembo, perché non si avranno mai in mano tutti gli elementi necessari per capire fino in fondo le ragioni che l'hanno portata a questo gesto.
Non sono nemmeno d'accordo su quello che è il leitmotiv sottinteso di tutta la storia e cioè che una donna, per sentirsi realizzata appieno, debba diventare madre altrimenti sarà per sempre menomata e mutilata di una parte vitale di se stessa.
In conclusione questo romanzo ha suscitato in me tante emozioni contrastanti e mi ha offerto molti spunti di riflessione, ma non mi ha convinta fino in fondo, mi ha lasciato un non so che di incompleto e mi ci è voluto parecchio tempo prima di decidermi a scrivere questa recensione perché ho avuto bisogno di riordinare per bene i pensieri.
A volte è un bene, a volte no. Nel mio caso è a metà tra il sì e il no.

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