No, Giuseppe Verdi non c’entra, anche se quest’anno ricorre il bicentenario della nascita, festeggiato con la rappresentazione di “Traviata” alla Scala (pur con una dubbia ambientazione).
Parlo quindi solo del vino.
Da tempo, scontrandomi anche con amici che di vini se ne intendono, affermavo che lo champagne non mi piace , lo trovo acido e mi causa bruciori di stomaco. Lo stesso accade con certi vini similari italiani, quali lo spumante Ferrari. Ho sempre preferito di gran lunga il “bollicine” nostrano, il Prosecco per intenderci, meglio ancora se di Valdobbiadene, o il Cartizze, accompagnato agli antipasti, oppure l’Asti abbinato al dessert.
Vado tanto controcorrente da pasteggiare a rosso o al massimo a rosé anche con il pesce.
I puristi storceranno il naso, però il mio stomaco ne ha tratto beneficio.
Adesso Camillo Langone nel suo articoletto su “il Giornale” di oggi esprime esattamente il mio pensiero. Non solo, ma dal medesimo testo ho appreso anche dell’esistenza di un prosecco “fermo”, il Prosecco Tranquillo di Gregoletto.
Adesso anche nel resto del mondo i nostri vini frizzanti hanno superato gli omologhi francesi. Non credo che sia solamente questione di prezzo, tranne qualche eccezione, costano molto meno degli champagne,ma suppongo che c’entri anche il gusto.
Già nel novembre scorso, alla fine della vendemmia, la Coldiretti aveva registrato un aumento del 2% della produzione di una qualità davvero eccezionale specie per i grandi rossi, dal Brunello di Montalcino all’Aglianico al Barolo ed al Chianti, ponendo così l’Italia al primo posto nel mondo per la produzione, il 40% della quale destinata a vini D.O.C. (331 tipi) e D.O.C.G. (59 TIPI), mentre un 30% era dei 118 vini I.G.T. Solo il restante 30% era dei cosiddetti “vini da tavola”. Quest’anno si è raggiunto il record storico anche per le esportazioni, consistenti nella maggior parte, appunto, in spumanti, con un totale di 5 miliardi di euro di fatturato con un aumento del 9% rispetto all’anno precedente. Speriamo che il trend positivo continui, anche se ormai molte tenute vinicole stanno passando in mani straniere, sia nelle Langhe che in Toscana, rappresentando un ottimo investimento per chi compera i vigneti.
Per adesso, godiamoci le nostre bollicine ed apprestiamoci a brindare con esse al prossimo anno che si avvicina che, speriamo, sia migliore di quello che sta terminando.