E' più forte di me: apprezzo spesso gli articoli un po' decadenti di Alessandro Piperno - molto meno i suoi romanzi -, anche quando non sono d'accordo con lui. Ha un certo gusto per il sensazionalismo, d'accordo, ma apprezzo sempre quel suo tentativo di rendere omaggio a una cosa che mi sta molto a cuore: quella cosa per cui se non ti si ritorce contro, non è filosofia. Per esempio, in un articolo recente che non trovo più Piperno - che è docente universitario oltre che scrittore - raccontava di quei convegni in cui tutti partecipano con aria interessata e super pomposamente intellettuale, ma il cui fine ultimo è in verità semplicemente quello di scopare.
Ora, ripeto, non so se sono d'accordo con lui (!), nel senso che ho partecipato a seminari interessanti in cui veramente pensavo a quel che si diceva e non certo a scopare (con i raccapriccianti astanti poi, per carità), ma in ogni caso riconosco a questo pezzo di Piperno di sollevare un aspetto importante. Il fatto cioè che gli incontri accademici talvolta sono un gran canale di sfogo della libido più o meno repressa degli astanti. L'argomento è un po' nicciano, la vecchia idea cioè che le argomentazioni super raffinate dei filosofi non sarebbero che emanazioni sublimate di un interesse personale ben dissimulato. Ma io ho sempre problemi con gli argomenti nicciani, perché ho la necessità di riconoscere legittimità ai nostri discorsi morali. Non solo: penso che effettivamente una reductio ad ficam non renda giustizia a quell'elemento morale e cooperativo che, nei rari casi in cui non ci ammazziamo a vicenda, esiste.
Eppure, non posso turarmi le orecchie e fingere che quelle affermazioni non abbiano un minimo di senso. Come non notarlo? Ora, senza voler affermare che tutta l'accademia è un avamposto della libìdo sessuale dei partecipanti, perché questo genere di riduzionismi va bene per frasi a effetto e filosofie sensazionalistiche, una cosa è certa: quando vedi questi regazzini e ragazzoni belli di mammà con la pelle grondante di ormoni a tutte le età, fremere per farsi notare con una domanda intelligente, un intervento super articolato, un'osservazione minchioarguta, proprio non ci riesco a trattenere quel pensiero, accompagnato da un sorrisino carico da un misto di pietà e sarcasmo. Magari non vogliono fare sesso tout court, magari il fine ultimo non è solo l'erezione, ma indubbiamente quello che cercano è una forma di approvazione, la loro è un'esibizione per fini di autostima: non gli interessa davvero la risposta alla domanda, gli interessa sollevare la soglia del loro tasso di trombabilità accademica.
Non generalizzo raga, la clausola "non sempre" me la accollo tutta. Ma guardatevi intorno, se bazzicate ambienti con pretese - e sottolineo pretese - intellettuali. Una preoccupante percentuale variabile di genti che prendono pubblicamente la parola può essere ricondotta a questa sfera. D'accordo. Finché è una o due volte passi, la vita si evolve. Ma quando l'osservazione di codesti scenari antropologici si fa più frequente, è facile che passi da un tutto sommato benevolo occhio nicciano - che teneri, pucci pucci, pensi - ai pensieri omicidi. Cominci a vedere il ridicolo ovunque, e il ridicolo diventa grottesco quando nessuno mostra un po' di sense of humour. Certe volte penso di essere una disadattata anche per questo, perché ho una soglia di percezione del ridicolo troppo bassa, e quando vedi troppo il ridicolo nel mondo, questo crea necessariamente una distanza col mondo stesso. Stanno tutti lì a prendersi sul serio, come se credessero davvero a quello che dicono (in molti casi benevole stronzate); d'accordo, c'è chi effettivamente ci crede, questa sorta di specie protetta di ggente che più che farci, ci è. Ma nei casi in cui mi imbatto ultimamente, devo dire che prevale il tipo contrario. Quanto può seccarmi tutto ciò? Allora penso: perché tutti questi siparietti? Diciamocelo chiaramente. Limoniamo liberamente ai convegni. Dài.
In realtà penso che questo avvenga quando i discorsi che si fanno sono di bassa qualità, per cui si cerca di compensare con la mediazione dei genitali. Quando i discorsi sono di un certo livello, e fatti da gente di un certo livello, l'arrapamento/il rapimento è solo a livello intellettuale. Può essere? Ipotesi. Ma ovviamente è raro: pochi, pochissimi sono quelli che sono capaci di elevarci coi loro discorsi.
Per inciso, dice che esiste un nuovo tipo sessuale, il sapiosexual, ma ehm questo è un altro discorso.
Ma chi sono io, la piccola fiammiferaia? L'incontaminata che guarda dall'alto del promontorio della sua superiorità morale quanto gli altri sono limitati? Certo che no. Sono una narcisista anch'io raga: chi più chi meno lo siamo tutti. Ciao.