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Libri costosi

Creato il 15 febbraio 2011 da Word3press

Ci sono libri costosi e libri costosi.
Libri costosi che sono costosi in quanto appartenenti a una categoria di libri che sono costosi per default (ogni riferimento ai costosi mattoni della Z_n_ch_ll_ è puramente voluto) e che, se li vuoi (più che altro, se ti servono), o te li compri spendendo quello che c’è da spendere (a meno che tu non li trovi usati) oppure li fotocopi;

libri costosi in quanto appartenenti a una categoria di libri che sono costosi per default in quanto il prezzo a cui sono venduti lo valgono tutto (per esempio i bei libri d’arte, come il mio mastodontico librone su Leonardo da Vinci, pagato CL euri);

e infine libri che esistono in cinquanta edizioni diverse, una più economica dell’altra, quei libri classici che, se non li trovi di un editore li compri editi da qualcun altro.
Anche perché spesse volte sono libri letti per scuola e quindi chettefrega di averci l’edizione dei Meridiani del Principe di Machiavelli?
Tanto li devi sottolineare, li devi sbertucciare, sbianchettare sulla copertina, scarabocchiare, ti ci deve cadere la pizzetta unta sopra, te lo deve mangiare il cane.. E, in ogni caso, ci devi fare un bel falò a fine anno.

Ecco.

Io avevo espresso l’intenzione di inoltrarmi nel magico mondo di Proust,
leggendomi magari la prima parte di À la recherche du temps perdu (ovviamente in itaGliano, mica in lingua d’oïl),
e non so neanche bene perché, in quanto ho smesso da tempo di fare la pseudoletterata e gli scrittori francesi li sopporto poco.
Il mio amico from Zena, saputo il mio proposito, mi dice “Bene, ma Proust lo devi leggere ne I Meridiani. Uno di questi giorni ti regalo il primo volume”.

Appena ho letto la parola meridiani ho pensato ‘Ma no…costano un botto!’,
e infatti solo un volumetto costa L euri.
Non so come comportarmi, con un meridiano. Mi mette in soggezione.
Non lo posso stropicciare, devo maneggiarlo coi guanti di gomma,
quando non lo leggo devo riporlo in un’apposita busta di plastica (preferibilmente traforata),
devo conservarlo al riparo dalla luce e dai pesciolini d’argento,
devo usare un segnalibro abbastanza sottile in modo da non deformare il corpo del libro,
ma soprattutto devo usare un segnalibro!
Io che di solito faccio gli orecchi alle pagine.
L’unico segnalibro che ho è uno molto da turista, in cuoio, col giglio fiorentino.
Se lo uso, rischio che le sostanze usate nel trattamento del cuoio intacchino la cellulosa delle preziose pagine,
innescando così un lento ma inesorabile processo di depolimerizzazione.
Senza contare lo spessore, che mi deformerebbe irrimediabilmente la struttura del volume.

Forse sarà meglio che il Proust in edizione pregiata io lo lasci lì, senza nemmeno toccarlo, giusto per il gusto di avercelo,
e che, a scopo di lettura, io me ne procuri una copia rozza e da battaglia della BUR.



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