Lo fa attraverso la ricerca dei particolari e delle sensazioni, sempre ben amalgamate con interessanti e puntuali riferimenti letterari e cinematografici.
Ma, il suo viaggio non si esaurisce nelle città e nei ghetti sudafricani, dove forse più evidenti sono i turbamenti, ma percorre strade curiose, e forse meno conosciute, come quelle dell'arte magica delle sangoma, che resistono con tenacia alla modernità o come quelle del Market Theatre, palcoscenico della musica e del teatro sudafricano e al tempo stesso luogo di formazione di nuove e interessanti generazioni musicali.
Il libro di Arato si chiude (alla fine anche una ricchissima bibliografia) con i luoghi della natura, spettacolare a questa latitudine, da quelli più propriamente turistici come il Parco Kruger a quelli meno noti ma, piu' "cocciutamente sudafricani" come la regione del Karoo.
Il pregio del lavoro di Arato, acuto e competente osservatore, è quello di scoprire, in un'unico quadro d'insieme, tutti i nervi della complessa situazione sudafricana. Quei turbamenti, quando non vere e proprie tensioni, anche politiche (interessante in quadro del giovane leader Julius Malema) che ancora inquietano, molto, e di contro le enormi potenzialità e la ricchezza di questa nazione, che come sottolineava Nelson Mandela, sta nel suo popolo.
La sintesi del lavoro di Franco Arato è ben rappresentato da questo passaggio del suo libro: "Certamente è gia' nata una generazione di persone che sono, colour-blind, cieche ai colori, per le quali cioè il colore (della pelle) non esiste più. Ma quella generazione non ha ancora in mano le redini del paese, nè si sa quando mai le avrà".Ecco, l'imprevedibile futuro del Sudafrica è nella sua gente, in quell'arcobaleno che ancora stenta a splendere come insieme.Franco Arato, genovese, nato nel 1960, è professore di Letteratura all'Università di Torino e dal 2009 al 2012 ha insegnato all'Università di Wits a Johannesburg.
Ecco il sito della casa editrice Il Canneto Editore, di Genova.Vai alla pagina di Sancara di Libri sull'Africa