di: Diego Antolini – Thexplan.net
Si tratta di un libro che, per quanto gli autori si siano impegnati nel rendere la lettura il più comprensibile possibile a tutti, tratta concetti molto complessi, seppur di estremo interesse sociale. Si perché con il tentativo di unificare la Teoria della Relatività di Einstein (valida per la struttura del Macrocosmo) e la Teoria dei Quanti di Schroedinger, Planck, e Heisenberg (valida per le strutture del Microcosmo) con la Teoria Neurale dell’Universo pensante e Creatore, in pratica si tenta di spiegare le origini dell’Uomo. Non a caso il volume si apre con il Maestro dell’Inconscio Collettivo Carl Gustav Jung, collegando l’idea dell’atomo con il concetto dell’archetipo. Per chi possiede una conoscenza di base delle discipline alchemiche e della simbologia esoterica, molti spunti trattati dagli autori suoneranno comprensibili a livello concettuale (sul piano prettamente matematico è un discorso riservato ai soli matematici). In ogni caso all’inizio e alla fine di ogni capitolo gli autori hanno inserito delle “guide” per facilitare la lettura: una bussola che introduce l’argomento che sarà poi sviluppato nelle pagine successive; e una sintesi che riassume per punti quanto appena esposto. La tesi che gli autori propongono muove dalla Mass Theory di Burkhard Heim, una Teoria del Tutto che considera la presenza, al di fuori della nostra realtà fisica dello Spazio-Tempo, di almeno altre tre variabili “invisibili”: Spazio delle Strutture, Spazio delle Informazioni, Spazio della Mente di Dio. Tali variabili vengono rappresentate a “cascata”, dove l’una si sovrappone all’altra e comunicano attraverso particelle visibili (fotoni) e invisibili (gravitofotoni). Tale sistema a piani ha fatto parte della concezione cosmologica di Celti e Maya sin dall’inizio della loro cultura. Gli autori sviluppano tale teoria per concepire il nostro Universo come una proiezione olografica di una matrice che “vibra” negli spazi al di fuori della nostra realtà. Tale matrice è stata quantizzata da Heim nell’unità minima indivisibile chiamata Metrone, che ha una struttura poliedrica vibrante e, soprattutto, neurale. Ecco quindi che l’Universo Olografico Quantizzato si pone come una Mente Suprema (nello spazio riservato a “Dio”) che proietta informazioni e strutture che poi si condensano nella nostra realtà fisica come materia. Materia che a questo punto, secondo la teoria degli autori, diviene illusoria, e non può non tornare alla mente il famosissimo Mito della Caverna di Platone con le sue Ombre e le sue Idee. Nell’ambito dell’aspetto neurale della “Materia Olografica”, da notare l’interessante descrizione di come il gravitofotone arriva al nostro cervello e ai neuroni attraverso il biofotone sui “binari” della Tubolina, e di come solo in condizione di Gel essa possa ricevere input che trasforma in informazioni. Ma a cosa porta questa “Mente di Dio” in un Universo dominato dalla legge entropica del Caos? [...]
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