“Before we go any further let me explain this thing about fidanzatas and fidanzatos. In Italy those days – much like Colombo these days – you lived at home till marriage, death and sometimes even beyond. So what was an eighteen year old girl to do to have herself a little fun? She went out and got herself engaged of course, to the first thing in trousers that came along”
Ashok Ferrey esplora le difficoltà dei suoi “paesani” intrappolati nell’affermazione della loro individualità in terre straniere, ponendosi quella storica domanda “Chi e che cosa sono io?”
The Good Ceylonese Girl è una sorta di viaggio che ti porterà dallo Sri Lanka all’India, dall’Italia all’Inghilterra e persino in Somalia e il tutto in soli 17 racconti.
È una lettura piacevole, i racconti sono scattanti, veloci, sembrano quasi inconclusi…ti lasciano con un punto di domanda. Sarai tu a dover immaginare la fine della storia…ma non leggerli come se fossero i capitoli di un romanzo altrimenti rimarrai deluso. Meglio leggerne uno uno per uno, magari a distanza di qualche giorno per poterli apprezzare di più…
Personalmente ho avuto qualche difficoltà a leggere tutto il libro perché l’inglese (il suo) è ottimo…e il mio (di inglese) ha vacillato sotto tante parole e modi di dire…al massimo leggilo con dizionario alla mano!!
Buona lettura!