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Libro di memorie

Creato il 19 settembre 2012 da Libereditor

Libro di memorieLa scrittura di Péter Nádas nel suo Libro di memorie è stata paragonata in più occasioni a quella di Musil, di Proust, di Joyce, di Thomas Mann.
Nádas ci apre una finestra nuova e inconsueta sull’umanità dell’Est Europa negli anni della cortina di ferro.
Più si va avanti a leggerlo e più si sente come il flusso infinito della memoria assume uno spessore, una densità e un volume enormi. Di fronte si innalza la figura del narratore e mentre leggiamo, ci sentiamo presi, coinvolti e quasi schiacciati, dentro il rilievo del mondo. Entriamo entro a fatica, resistendo, riluttando, e poi via via sempre più affascinati ci muoviamo come se sempre più scendessimo tra le falde successive della creazione…

Il mio ultimo alloggio berlinese è stato presso i signori Kühnert, in periferia, a Schöneweide, al primo piano di una villa ricoperta di vite americana. Le foglie della vite americana si erano ormai tinte di rosso, gli uccelli venivano a beccarne i frutti neri, era autunno. Non c’è da stupirsi se mi torna in mente, da allora sono trascorsi tre anni, tre autunni, e non andrò mai più a Berlino, non saprei da chi andare, non avrei motivo di andarci, anche per questo motivo scrivo che quello è stato il mio ultimo alloggio a Berlino, lo so. Ho voluto io che fosse l’ultimo, e anche indipendentemente dalla mia volontà le cose si sono messe per questo verso, o è andata così, poco importa; e adesso, mentre cerco di farmi passare un fastidioso raffreddore autunnale – e perciò non ho testa per nient’altro, ma anche con il naso pieno di muco il pensiero vaga su cose essenziali – mi consolo rievocando gli autunni berlinesi. Non che si possa dimenticare qualsiasi cosa.
Per esempio quell’appartamento in Steffelbauerstraße, al primo piano.


Péter Nádas

Libro di memorie
(traduzione di Laura Sgarioto con la collaborazione di Alexandra Foresto, Vera Gheno e Krisztina Sándor)
Dalai editore
2012


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