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Libro sul comodino: Amore zucchero e cannella

Creato il 31 gennaio 2012 da Gorgibus @chiaragorgibus
Amore zucchero e cannella, ripeto il titolo per convincermi che sia proprio quello scelto dalla casa editrice, la Newton Compton. Amore, zucchero e cannella si classifica al primo posto nella mia personale classifica di libri con titoli italiani messi alla cazzo di cane.
- Amore: sì, quello c'è, in varie e complesse forme, c'è.
- Zucchero: non è una costante del romanzo ma essendo legato ad un episodio significativo, anche se unico, possiamo prenderlo per buono
- Cannella: non pervenuto. E intendo esattamente non pervenuto, per tutta la durata della storia non si accenna alla cannella neanche una volta.
Viene davvero da chiedersi chi abbia dato il titolo a questo libro e come, forse aprendo a caso le pagine di un dizionario?
Libro sul comodino: Amore zucchero e cannellaAlla lettura del titolo si aprono scenari immaginari caratterizzati da calde e accoglienti cucine, torte profumate, spezie odorose e cioccolato. Nel libro, però, non troverete nulla di tutto questo, la protagonista non sa neanche cucinare e tantomeno preparare una torta.
Juliet è una ragazza con un passato complicato che sogna una vita fatta di una bella casa, di oggetti fatti a mano e di una famiglia del Mulino Bianco. Ma quando l'inizio di questo sogno sta per avverarsi scopre che il suo fidanzato neo-convivente se l'è spassata con la sua coinquilina. Quello che succede dopo non è niente altro che il tentativo di rimettersi in carreggiata il più in fretta possibile. E Juliet è proprio la tipica protagonista da chick lit, un disastro, totalmente in balìa delle proprie emozioni e dei propri istinti e in continua fuga dalla realtà.
Il titolo originale del libro "The Girls' Guide To Homemaking" è molto più esemplificativo della linea narrativa. La protagonista, infatti, cercherà la soluzione ai suoi problemi nel manuale da perfetta casalinga della nonna Violet, nei suoi appunti e cartamodelli. Juliet non vuole null'altro se non essere una perfetta donna di casa, ma è difficile se sei da sola, in un appartamento che non puoi permetterti e che cade a pezzi.
I personaggi sono un po' stereotipati nel carattere, ma tutto sommato simpatici. Il problema è che, non soltanto la protagonista sogna di essere una donna degli anni cinquanta con grembiule e collana di perle, ma anche tutto ciò che le gira intorno sembra uscito da una commedia dell'epoca. Ragazzi alle soglie dei 25 anni che stanno per sposarsi, andare a convivere, che hanno internet ma usano la macchina da scrivere, ragazze vestite di abiti a pois e scarpe rosse, email con responder automatico. Anche se noi in Italia abbiamo un substrato culturale un po' diverso e a 25 anni non ci sentiamo già anziani senza speranza, credo che tutta la storia sia un tantino forzata.
E l'alcool! Giusto per dar manforte al luogo comune che vede gli inglesi spesso ubriachi fradici, i personaggi di questo libro sono perennemente sbronzi, a tutte le ore del giorno e della notte, per qualsiasi motivo e anche per nessuno. Ogni mattina è un hangover e non ci si spiega come queste persone possano svolgere il loro lavoro.
La scrittura è molto semplice ed essenziale - anche se c'è qualche evidentissimo strafalcione di traduzione - e scorre veloce, quello che ci si aspetterebbe da una giornalista al primo tentativo narrativo quale è Amy Bratley. I capitoli sono brevi e ho trovato simpatica l'apertura di ciascuno con una piccola frase sulla cura della casa tratta dalle riviste di una volta. E' anche piacevole se preso come un libro senza molte pretese, ma non aspettatevi qualcosa che sia anche lontanamente legato al titolo, né uno scioglimento della trama plausibile.
Amore, alcolisti anonimi e grembiuli fatti in casa. That's it.

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