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Libro vs. Film #4: Norwegian wood

Creato il 12 aprile 2012 da Automaticjoy
I once had a girl,
or should I say she once had me?

Libro vs. Film #4: Norwegian woodNorwegian wood (ノルウェイの森 Noruwei no mori) è uno dei più conosciuti e amati romanzi di Murakami Haruki. Pubblicato nel 1987, il suo embrione era già presente nel racconto La lucciola, contenuto in I salici ciechi e la donna addormentata.
Il titolo è preso dalla bellissima canzone Norwegian wood (This bird has flown) dei Beatles.
L'adattamento cinematografico, a opera del vietnamita Tran Anh Hung, ha debuttato alla 67ª edizione della Mostra del Cinema di Venezia ed è stato distribuito nelle sale giapponesi nel dicembre 2010.
Tōru Watanabe, trasferitosi a Tokyo per frequentare l'università, incontra per caso Naoko, fidanzata del suo migliore amico Kizuki, morto suicida a 17 anni. I due giovani iniziano a uscire insieme e a sentirsi sempre più vicini. La ragazza si fa però ricoverare in una clinica psichiatrica a causa di una profonda depressione. Durante la sua assenza, Tōru conosce Midori, una compagna di corso alla quale si affeziona rapidamente.
Murakami tesse una storia introspettiva, lontana dalle atmosfere oniriche prevalenti nelle sue opere, mostrandosi perfettamente a suo agio in un realismo intriso di dolore e solitudine. I suoi personaggi sono figure indimenticabili, sia quelli che stanno in primo piano che gli altri, un po' in disparte ma comunque caratterizzati perfettamente. Dall'impeccabile e crudele Nagasawa al precisino "Sturmtruppen", ossessionato dall'ordine e dalla pulizia, fino alla matura Reiko, ferita dalla vita, ognuno è tratteggiato con precisione e attenzione.
Il vero miracolo, però, il sensei l'ha fatto con le due protagoniste femminili: entrambe toccate da vicino dalla morte, Naoko e Midori non potrebbero essere più diverse, tanto fragile, delicata e trattenuta la prima, quanto vitale, solare ed esuberante la seconda, decisa a non farsi sopraffare dagli eventi. Non è un caso che tutte e due facciano breccia nel cuore di Tōru, in bilico lui stesso tra le difficoltà del diventare adulto e l'impulso ad andare avanti, qualunque cosa accada. Le due ragazze rappresentano lati diversi della personalità del protagonista, che deve scegliere non solo una compagna, ma anche una strada da percorrere nella vita.
La scrittura di Murakami è ugualmente efficace nelle descrizioni esplicite del sesso e nelle riflessioni sulla morte, temi spesso presenti nei suoi lavori e anche qui centrali. Il percorso di crescita di Tōru è completo quando il giovane capisce che "la morte non è l'opposto della vita, ma una sua parte integrante", unico modo per superare la sofferenza e continuare a vivere nonostante tutto.
Norwegian wood è un romanzo di formazione intimo, capace di toccare profondamente il lettore e di conquistarsi un posto stabile nel suo cuore grazie alla presenza di temi universali trattati con delicatezza, senza pietismi e forzature.
Voto: ★★★★★
Libro vs. Film #4: Norwegian wood
La versione cinematografica di Norwegian wood, lo dico subito, è un fallimento pressoché completo, e lo sarebbe anche se non avesse un tale modello con cui confrontarsi. Semplicemente, libro o meno, non è un bel film. Niente più che un sommario degli eventi principali del romanzo, a chi non abbia letto l'originale appare soltanto come un collage confuso di incontri casuali, personaggi che compaiono dal nulla per scomparire altrettanto in fretta, sentimenti incomprensibili, reazioni ad azioni invisibili e quindi apparentemente insensate. Pur regalando un paio di scene non prive di fascino, la pellicola stravolge il senso della storia e le manca del tutto il potere di coinvolgere, proprio perché tutto - le parole, le lacrime, il sesso - finisce per sembrare gratuito e campato in aria.
La scelta degli attori, nessuno dei quali è in grado di spiccare, non ha certo aiutato ad alzare il livello. Ken'ichi Matsuyama (nella parte di Tōru) e Rinko Kikuchi (Naoko) non lasciano il segno e fanno il loro lavoro senza infamia e senza lode; Kiko Mizuhara, che interpreta Midori, è invece completamente fuori parte: pur carina e sorridente, sembra una ragazzina di dodici anni e non riesce mai a cogliere la natura sofferta e vivace insieme di un personaggio meravigliosamente complesso.
Nota positiva (in tutti i sensi): la colonna sonora, a firma del chitarrista dei Radiohead Jonny Greenwood, è fedele ai gusti dello scrittore nipponico - nelle cui opere la musica ha sempre un ruolo importantissimo - e si amalgama armoniosamente con la storia, senza mai stonare.
In conclusione, per attenersi alla lettera del testo il film ne perde completamente lo spirito. Sarebbe stato preferibile tagliare qualche scena e qualche personaggio per concentrarsi sul triangolo amoroso e sui suoi protagonisti, semplificando la trama ma mantenendo saldi gli elementi fondamentali, per veicolare almeno in parte le emozioni derivanti dalla lettura del romanzo.
Voto: 6
Libro vs. Film: 4-1
Nelle puntate precedenti: Hugo Cabret, Il nome della rosa, Tony Takitani.

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