I licenziamenti ai danni di 13 lavoratrici della MaVib rappresentano una pericolosa deriva sessista, che non può e non deve trovare spazio nel mondo del lavoro.
“Le motivazioni addotte alla base dell’interruzione del rapporto lavorativo non sono disattenzioni, ma scelte consapevoli che relegano le donne al ruolo di massaie e casalinghe che, per hobby, decidono di lavorare. Questo atteggiamento non è solo un insulto di stampo medioevale, ma anche un preoccupante segnale di discriminazione sociale”.
“La MaVib ha consapevolmente calpestato la dignità di tutte le lavoratrici e si è posta in netto contrasto con i principi della nostra Carta Costituzionale. Speriamoche ci sia quanto prima un ravvedimento da parte dell’azienda e che i suoi dirigenti escano dalle primitive categorie sociali ottocentesche”.
I licenziamenti ai danni di 13 lavoratrici della MaVib rappresentano una pericolosa deriva sessista, che non può e non deve trovare spazio nel mondo del lavoro.
“Le motivazioni addotte alla base dell’interruzione del rapporto lavorativo non sono disattenzioni, ma scelte consapevoli che relegano le donne al ruolo di massaie e casalinghe che, per hobby, decidono di lavorare. Questo atteggiamento non è solo un insulto di stampo medioevale, ma anche un preoccupante segnale di discriminazione sociale”.
“La MaVib ha consapevolmente calpestato la dignità di tutte le lavoratrici e si è posta in netto contrasto con i principi della nostra Carta Costituzionale. Speriamoche ci sia quanto prima un ravvedimento da parte dell’azienda e che i suoi dirigenti escano dalle primitive categorie sociali ottocentesche”.