Non sarà un percorso a breve termine, ma la Riforma del Catasto segna un altro passo importante verso la definitiva approvazione con il via libera da parte del gruppo di lavoro ristretto della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati.
La parola d’ordine che guiderà il nuovo catasto algoritmico (perché basato, appunto, su uno specifico algoritmo di calcolo) sarà “Equità”. Infatti, oltre, a una generale riforma della rendita catastale e del valore patrimoniale, saranno previste nuove forme di tutela del cittadino nei confronti degli accertamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate (consulta in proposito la nostra Pagina Speciale Determinazione Rendita Catastale).
Tra le novità principali vi è l’abbandono del criterio dei vani per stabilire il valore di un immobile in favore di quello “più democratico” della superficie. Altro importante segnale di rottura della Riforma del Catasto riguarda l’aggancio tra i valori catastali e quelli di mercato degli immobili.
La Riforma del Catasto e il rapporto con l’IMU
La riforma del catasto contenuta nel ddl della delega fiscale avrà anche un riflesso decisivo sulla riorganizzazione dell’IMU. Infatti, una volta a regime, il nuovo catasto algoritmico consentirà di fare pagare di più gli immobili di pregio, edificati in zone centrali di grandi città e/o con affacci particolari.
Le prime simulazioni parlano di rivalutazioni superiori alle 400-500 volte in zone esclusive di città come Roma e Milano. Poiché però le entrate dell’IMU sono a “saldo invariato”, è lecito aspettarsi che a fronte di chi dovrà pagare di più per case di lusso e per le seconde case, si avranno anche alleggerimenti per tutti gli altri.
La notizia appare più verosimile, se si collega alle recenti dichiarazioni del Ministro dello sviluppo economico, Flavio Zanonato, che aveva anticipato la volontà del Governo di togliere la rata dell’IMU prevista in autunno e di non innalzare di un punto l’aliquota ordinaria dell’IVA.
In arrivo il Federalismo Catastale
La nuova riforma del catasto sfrutterà il c.d. “Federalismo Catastale”, ossia un coinvolgimento dei Comuni italiani che forniranno all’Agenzia delle Entrate i dati che quest’ultima non è in grado di reperire con facilità e rapidità.
Una sperimentazione in tal senso si sta già osservando per alcuni Comuni importanti, come Torino e Genova. In pratica, gli enti locali forniranno informazioni come l’esposizione, l’affaccio e lo stato di manutenzione degli immobili.
Tutti questi parametri saranno utilizzati dall’algoritmo alla base della Riforma del Catasto, che calcolerà il valore patrimoniale (necessario per determinare il valore catastale) tenendo anche in considerazione gli “ambiti territoriali del mercato immobiliare di riferimento”.